Spider Truman. A chi troppo, a chi niente. Caruso: “Non sono io il vendicatore”

ROMA – Francesco Striker Caruso, come si fa chiamare su facebook non è il vendicatore dei privilegiati. Lo ha ammesso poco dopo la mezzanotte di ieri, quando ha pubblicato un post nella sua bacheca.

Saranno dispiaciuti quei giornalisti che bramano l’agognata scalata al successo per il mancato scoop. D’altra parte è probabile che sulle tracce di Spider Truman ci siano gli stessi cronisti che stavano ad Avetrana davanti alla casa degli orrori alla ricerca della notizia esclusiva per farsi belli agli occhi dei loro editori stando sotto i riflettori di quel circo mediatico vergognoso.

Tuttavia l’ex deputato eletto nel 2006 da indipendente nelle fila di Rifondazione Comunista dice di aver  conosciuto il fantomatico Spider Truman, il quale gli avrebbe addirittura chiesto un aiuto informatico, ma soprattutto di non aver nessuna intenzione di svelare il suo vero nome. Quindi mettetevela via cari ricercatori di scoop e pensate piuttosto per quale motivo la pagina  de “I segreti della casta di Montecitorio”, continua ad aumentare i suoi fan. In questo preciso momento sono 363.645.

“L’ultima volta che ci siamo visti,  – scrive Caruso – tre o quattro mesi fà, stava messo veramente male: dapprima aveva un contratto regolare, poi 900 euro al mese a nero, poi alla fine nemmeno quelli. Era irritato, incazzato, aveva deciso di fargliela pagare.”

Infatti, a noi, proprio come fa intendere Caruso, non ci interessa – almeno per ora – conoscere il nome di colui che intende svelare i retroscena scottanti degli onorevoli privilegiati, perchè ormai la vicenda della casta rappresenta l’esplosione di una indignazione generale in questo  clima di lacerante crisi economica.
Avrebbero dovuto pensarci prima i politici rampanti e dare il buon esempio, magari mettendo i loro sacrifici nell’agenda politica. Invece, tutti uniti come da un patto di sangue,  non hanno mai pensato di rinunciare ai loro vantaggi.
Certo, come scrive Caruso, non bisogna fare di tutta un’erba un fascio. Ma, oggi a salvarsi sono ben pochi. Siamo arrivati a un punto che bisognerebbe avere il coraggio di fare un bel “ripulisti”, come dicevano le nonne di una volta, quando volevano pulire meticolosamente casa mettendola per questo a soqquadro. E poi una volta spazzato via lo sporco più ostinatosi venivano sistemati con intelligenza gli arredi, ma solo quelli utili e necessari. Il resto veniva bruciato nel camino per riscaldare la casa nei periodi freddi.

Nel frattempo la promessa di Spider Truman è stata esaudita e anche oggi sono comparsi tre post nella sua pagina.
il primo parla delle Tribune d’onore dedicate gratuitamente alla casta, il secondo dello  sportello di Montecitorio del Banco di Napoli che riserva esclusivi e vantaggiosi  conti correnti a spese zero ai deputati già lautamente pagati con i soldi pubblici. E non utlima la notizia che riporta il taglio di 110 milioni a cui la casta avrebbe rinunciato ieri, probabilmente in risposta al can-can mediatico che sta sollevando l’Assange nostrano.

“Sono  briciole che non intaccano i loro privilegi”, commenta il misterioso vendicatore anti casta, che poi aggiunge: “Come mai allora più della metà dei collaboratori parlamentari non hanno un contratto?
non è che per caso, oltre ad essere privilegiati, siete anche una massa di fottutissimi sfruttatori?
Come mai per anni mi hanno promesso un contratto regolare, poi per tre anni l’altalena 6 mesi regolari e 6 mesi in nero, poi di nuovo tutto in nero. e infine arrivederci e grazie !? Non vi sembra degradante per voi stessi sgraffignare, oltre alla lauta indennità, anche altre migliaia di euro tenendovi per voi gli stipendi dei collaboratori e dando loro qualche centinaio di euro? Basterebbe fare come avviene in tutt’Europa: i collaboratori parlamentari ricevono il loro stipendio dall’istituzione direttamente e non invece passando per il deputato”.

Non c’è che dire Spider Truman è davvero  incazzato di questi tempi. E come non esserlo, specie in questi periodi per niente idialliaci, che ci rimandano sempre alla stessa triste realtà : “A chi troppo a chi niente”.

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