No all’ellettrosmog. L’antenna a San Basilio è troppo vicina alle abitazioni


ROMA – Ancora una volta tornano a spuntare le antenne per la telefonia mobile nel quartiere di San Basilio in una zona ad alta densità abitativa e senza un preventivo dialogo con gli abitanti del quartiere.

Nonostante già nel 2003, i cittadini con l’appoggio dei consiglieri municipali si siano mobilitati per bloccare il proseguimento dei lavori di installazione dell’antenna TIM sullo stabile di via Diego Fabbri 68 e dell’antenna Omnitel sullo stabile di via Maria Nicola Nicolai per i pericoli connessi al possibile aumento dell’elettrosmog, in particolare per i rischi di salute per i portatori di pacemaker e per la presenza di numerosi soggetti interessati da patologie tumorali che verrebbero irrimediabilmente compromessa dalla ulteriore esposizione a radiazioni elettromagnetiche la loro precaria condizione, ecco che è spuntata una nuova antenna in cima ad un immobile in via Cafasso a meno di 50 metri dall’abitato di via Nicoli e a poche centinaia di metri da un’altra antenna per telefonini. Un’antenna spuntata proprio nei primi giorni di novembre dal nulla e che preoccupa non poco gli abitanti delle vie limitrofe l’immobile che sembra essere di proprietà di un ex-consigliere della Margherita, il sig. Guardati Mauro. Ci si domanda come sia possibile permettere l’installazione di un antenna simile proprio in una zona già soggetta a diverse forme di inquinamento e che di certo non ha bisogno di aggiungere anche il pericolo che l’elettrosmog comporta per la salute dei suoi abitanti. E soprattutto ci si interroga sulla velocità con cui è stata montata tale antenna, tenuto conto che fino alla fine di ottobre non c’era nulla, e sulla metodica adottata che non ha portato ad alcun confronto con i cittadini i quali non sono stati nemmeno preventivamente avvisati di una tale installazione.

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