Teatro dell’Opera. Confronto tra Comune di Roma, Regione e ministero dei Beni culturali

 

ROMA – “A oggi non abbiamo ancora la data della convocazione per la ripresa del confronto con la Direzione del Teatro dell’Opera di Roma. Quando sarà comunicata, come sempre, saremo presenti per dare il nostro contributo in quella ulteriore sessione di trattativa.

Sarà un confronto il cui esito è scontato: si svolge, infatti, all’interno di quanto prevede la L.112 (Valore Cultura) :pareggio di bilancio per 3 anni con diminuzione degli organici e ridefinizione del contratto di secondo livello. Per la Cgil è assurdo che si possa mantenere lo stesso livello di produttività con una diminuzione degli organici, il tutto a danno di chi esce dal posto di lavoro, per giunta se è precario. Si dimostra davvero miracolistico perseguire un tale obiettivo con una pianta organica abbattuta di un terzo: si parla di poco più di 430 dipendenti sui 631 definiti nelle normative precedenti.  

Non parliamo certo di dirigenti, dei loro appannaggi, delle loro responsabilità. E’ necessaria una prova di onestà culturale da parte di tutti: da parte della Sovrintendenza rispetto ai vincoli stretti in cui può muoversi e da parte del Comune di Roma, tanto più che non è ancora chiara la dimensione economica del suo investimento per il 2014. Investimento che sarà comunque inferiore al 2013. con la conseguenza inevitabile di abbattere il livello di qualità al quale siamo arrivati.

Ridurre di oltre 60-70 unità i lavoratori a tempo indeterminato e altrettante a tempo determinato è di per sé un atto che dovrebbe vedere la sollevazione di tutte le organizzazioni sindacali. In questo caso ancor di più visto che si colpisce la qualità delle produzioni. Altro che aumento del numero dei biglietti e del numero degli sponsors che intanto sono diminuiti!

Quando si parla di consociativismo si parla di un fenomeno condannabile e che da che mondo è mondo è perseguito dai “padroni” attraverso l’aiuto di rappresentanti sindacali appartenenti tradizionalmente ai sindacati più forti. Slc Cgil ha sempre stigmatizzato le responsabilità aziendali con comunicati e spesso da sola. Dire, inoltre, che uno sciopero è irresponsabile, come in questo caso, significa non rispettare un punto di vista diverso e l’autonoma iniziativa di quanti pensano che la riorganizzazione di cui si sta parlando porterebbe inevitabilmente al declino del nostro Teatro.

Occorre allora un altro livello di confronto: con il Comune di Roma, la Regione e il ministero dei Beni culturali visto che il Teatro dell’Opera è di rappresentanza nazionale. Il risultato finale dovrà essere validato dalle lavoratrici e dai lavoratori del Teatro dell’Opera ovvero da quelli che ci lavorano”.

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