Angelo Mai. La sua chiusura lascia vuoto nella cultura della città.

Barca: “Fondamentale collaborazione tra amministratori pubblici e cittadini”

 

ROMA – “Il sequestro dell’Angelo Mai lascia un vuoto nella cultura della città. In questi anni ha intercettato una domanda che nel passato non ha trovato risposta da parte delle istituzioni, garantendo agli artisti spazi di libera creazione e sperimentazione e alle giovani generazioni un punto di incontro e di confronto in un luogo che versava in stato di abbandono”. E’ quanto dichiara in una nota l’Assessore alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica Flavia Barca. “Infatti, puntualizza Barca, le esperienze informali come l’Angelo Mai, nate dal desiderio di soddisfare bisogni reali che non trovano risposta nelle politiche pubbliche esistenti, sono presenti in tutta Europa e, nei casi in cui ne è stato riconosciuto il valore per la comunità e ne sono state accertate finalità non predatorie, sono stati riconosciuti dalle amministrazioni pubbliche attraverso l’individuazione di regole ad hoc che ne rispettassero la vocazione e le inquadrassero dentro una cornice certa.  Esempi del genere sono il Bethanien di Berlino, il Rote Fabrik di Zurigo, il Rivoli 59 di Parigi: realtà che hanno prodotto progresso non solo in campo artistico ma anche in ambito sociale e giuridico”.

Diventa dunque importante fornirsi di strumenti politici e giuridici per riconoscere esperienze come queste, che nascono spontaneamente e nelle quali  molte persone  mettono energie che possono contribuire a migliorare Roma.

“Sono più che mai convinta – aggiunge sempre Barca – che un amministratore pubblico moderno debba superare la generale diffidenza verso i cittadini e assumersi il compito di valorizzare, accompagnare e coordinare le energie civiche presenti sul territorio e nella società. Non a caso ho proposto di sperimentare a Roma il Regolamento sull’amministrazione condivisa del Comune di Bologna e dimostrare concretamente quali possono essere i benefici di una collaborazione tra cittadini e amministrazione. Il Regolamento bolognese può rappresentare uno strumento innovativo per consentire in futuro a cittadini portatori di capacità, talenti, competenze come quelli dell’Angelo Mai di recuperare e animare spazi abbandonati. Rinnovo l’impegno del Comune di Roma a non abbandonare l’Angelo Mai al proprio destino  e mi rendo disponibile a dare il mio contributo per trovare una soluzione politica di questa delicata vicenda”.      

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