Marino restituisce soldi e smentisce attacchi mediatici

ROMA – L’assessore alla Legalita’ Alfonso Sabella ha reso noto che il sindaco Ignazio Marino ha firmato l’assegno di 19.704 euro, come promesso, per pagare le spese effettuate con la carta di credito del Campidoglio.

Come lui stesso ha spiegato ieri, rimarra’ in carica ancora venti giorni per svolgere l’attivita’ di ordinaria amministrazione prima dell’arrivo di un commissario nominato dal prefetto. 

“Sto molto bene. Sto andando a celebrare un matrimonio”, ha detto Marino ai giornalisti questa mattina.

Poco prima, in un nota, aveva smentito le frasi attribuitegli da alcuni quotidiani: “Le smentisco categoricamente: si tratta di falsita’ che non ho mai pronunciato. Vedo che si parla di mie telefonate con Matteo Orfini che nella giornata di ieri non sono mai avvenute, vedo mie frasi su inesistenti mail di Walter Veltroni pubblicate a firma di Giovanna Vitale su La Repubblica, frasi uscite sul Corriere della Sera in cui mi si attribuisce che ‘ora faro’ i nomi’. Tutto cio’ e’ falso e sono costretto ancora una volta a procedere con le querele oltre alle richieste di danni in sede civile”. La linea, comunque, resta quella di ieri, secondo cui le dimissioni giungono dopo un logoramento scatenato da chi non ha sostenuto la sua azione di rinnovamento. Intervistato dalla “Stampa”, Marino afferma: “Ci avevano provato con la panda rossa, i funerali di Casamonica, la polemica sul viaggio del Papa. Se non fossero arrivati questi scontrini, prima o poi avrebbero detto che avevo i calzini bucati o mi avrebbero messo la cocaina in tasca. Mi hanno pure accusato di aver pagato con i soldi pubblici l’olio della lampada votiva di San Francesco per farmi bello. Senza sapere che sono centinaia di anni che il sindaco di Roma a rotazione con gli altri, accende quella lampada”. Marino afferma di aver “rotto le uova nel paniere del consociativismo politico. Ho riaperto gare di acquisti, beni e servizi che erano in prorogatio a vita. Ho tolto il business dei rifiuti a una sola persona e il patrimonio immobiliare a una sola azienda che ha incassato dal comune cento milioni negli ultimi anni, la Romeo”. Poi un pensiero al suo partito, che ieri lo ha di fatto scaricato: il sostegno, nel Pd, e’ arrivato solo da due, “il ministro Graziano Delrio e Giovanni Legnini, entrambi molto avviliti per quanto accaduto”. Frattanto, inizia il toto-commissario. Gira il nome dell’assessore alla Legalita’ Alfonso Sabella, che si schermisce: “Se qualcuno ha idee per me le dica…”.  

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