Taxi in protesta: spariscono le auto bianche, sit-in spontaneo a Palazzo Chigi

Protesta “selvaggia” e a tutto campo dei tassisti da questa mattina a Roma, contro le liberalizzazioni proposte dal governo Monti. Le auto bianche sono sparite dai principali nodi del trasporto nazionale e internazionale (Fiumicino e Roma Termini su tutti) e si stanno ritrovando nei pressi di Palazzo Chigi per gridare il loro malcontento.

FIUMICINO – Parecchi disagi a Fiumicino, dove alcune persone hanno manifestato disagio e stupore per la situazione, la maggior parte pero’ era a conoscenza di quanto sta avvenendo da ieri sera e quindi si era organizzata con mezzi alternativi. Lo ‘sciopero’ dei tassisti, infatti, e’ iniziato gia’ ieri in serata, quando una situazione simile a quella di questa mattina si e’ verificata, oltre che all’aeroporto ‘Leonardo da Vinci’ di Fiumicino, anche alla stazione Termini. Se si prova a chiamare il 3570, infine, si puo’ ascoltare una voce che dice: “Gentile cliente, siamo spiacenti, ma a seguito di un’assemblea spontanea dei tassisti non siamo in grado di assicurare il servizio”.

L’APPELLO DEI SINDACATI A RIPRENDERE IL SERVIZIO – Un appello a riprendere il servizio, a Roma e in altre citta’ d’Italia, e’ stato rivolto ai tassisti dal segretario di Unica-Cgil taxi, Nicola Di Giacobbe e dal vicepresidente nazionale di Ugl, Alessandro Genovese. ”Il Consiglio dei ministri” sul tema ”e’ stato spostato al 19 gennaio. La battaglia sara’ ancora lunga. Oggi continuera’ il presidio sotto Palazzo Chigi, alcuni tassisti stanno riprendendo il servizio. Intanto aspettiamo di essere ricevuti dal governo per avere la certezza che la bozza circolata non sia quella definitiva”, dice Nicola Di Giacobbe.”Come Ugl pensiamo che sarebbe opportuno riprendere il servizio perche’ il blocco ci danneggia e non fa che inasprire i toni”, aggiunge Genovese.

MOMENTI DI TENSIONE – Momenti di tensione a Roma davanti a Palazzo Chigi, dove oltre 200 tassisti romani stanno inscenando una manifestazione di protesta contro il governo. Assiepati sotto la Galleria Alberto Sordi i tassisti hanno iniziato ad attraversare via del Corso provocando qualche disagio alla circolazione. Poi la loro rabbia si e’ scagliata contro alcuni colleghi ‘crumiri’ che, invece di ‘scioperare’, stanno circolando. Al passaggio dei loro taxi davanti al presidio, in via del Corso, infatti, hanno cominciato a urlare e a inveire. C’e’ stato anche il lancio di qualche oggetto. E’ stato divelto il numero della licenza da un taxi e qualcuno ha anche preso a calci l’auto. Altri colleghi sono poi intervenuti per placare gli animi e la situazione e tornata alla normalita’. L’assemblea, decisa stanotte, come racconta un tassista, prosegue.

“POLITICI ALLE MALDIVE” – Davanti Palazzo Chigi arriva il leader di Unica Cgil, Nicola Di Giacobbe, e arringa la folla di professionisti dell’auto, chiedendo una decisa marcia indietro. “Noi ci stiamo muovendo a tutti i livelli, stiamo incontrando i partiti. Il governo- dice ai suoi il fulvo sindacalista- sta cominciando a capire che non siamo noi il centro del problema. Li sentite i discorsi che fanno adesso? Dicono ‘vediamo, riflettiamo, forse…’. Ecco quel ‘forse’ e’ una nostra conquista”. Secondo il sindacalista, bisogna mettere in cantiere una
diluizione della protesta. “Questi non ce la fanno per il 20 (il 20 gennaio, data in cui Monti ha annunciato il varo del pacchetto liberalizzazioni). Probabilmente i tempi slittano. E noi non possiamo tenere le piazze bloccate per un mese. La strategia e’: manteniamo alto lo stato di agitazione, ma garantiamo il servizio ai cittadini”. Parole che vengono accolte dalla platea di tassisti con un sordo brusio di disapprovazione. Qualcuno arriva alla contestazione del proprio sindacalista. “Ma che stai addi’!- gli urla a pieni polmoni un cinquantenne dalla coppola verde smeraldo- loro se ne vanno ae Maldive e noi dovemo anna’ a Fiumicino… Noooo.. Volemo sape’ de che morte moriamo. Ce deveno di’ che fine ce fanno fa’”. Di Giacobbe dissimula nonchalance davanti alle grida dei suoi. Voltate le spalle si concede alle tv. Ma il presidio davanti a Palazzo Chigi continua.

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