Wagon Lits licenzia, operai occupano fabbrica Portonaccio

I lavoratori della Rsi Italia spa (Rail Service Italia, ex Wagons Lits), “in cassa integrazione straordinaria da 6 mesi (dopo 2 di ordinaria)” hanno occupato la fabbrica di via Umberto Partini, a Roma. “Siamo 59 operai (33 metalmeccanici, 26 dei trasporti), addetti alla manutenzione dei Treni notte- affermano- Da mesi non percepiamo il reddito che ci e’ dovuto e a settembre, quando scadra’ la cassa integrazione, rischiamo di rimanere senza lavoro. La nuova proprieta’ (Barletta srl) ha bloccato la produzione e vuole dismettere la fabbrica per realizzare abitazioni e centri commerciali”.

“L’occupazione di questa mattina da parte degli operai della fabbrica di Via Partini – afferma Andrea Alzetta, di ‘Roma in Action’ -: è un atto coraggioso a cui va tutto il mio sostegno. Soprattutto perché ci mostra, con molta chiarezza, che dietro i costi sociali di questa crisi economica si nascondono gli interessi della rendita immobiliare e un’idea di società ingiusta. Non solo, infatti, ci troviamo di fronte all’ennesimo caso di lavoratori lasciati per troppo tempo senza alcuno stipendio e senza neanche il pagamento degli assegni della Cassa integrazione, con il rischio della perdita del lavoro, ma anche perché la chiusura della fabbrica, che si occupava della manutenzione dei treni notte, è dovuta alla scellerata scelta di Trenitalia di chiudere il settore e di ripensare il trasporto ferroviario nella sola direzione dell’alta velocità, rendendo di fatto impossibile l’utilizzo dei treni ad intere categorie di popolazione prima garantite dall’esistenza dei treni notturni. È un’idea di mobilità elitaria quella che Trenitalia sta perseguendo e che i lavoratori da oggi in occupazione stanno contestando assieme alla rivendicazione del loro posto di lavoro e del pagamento della Cassa Integrazione”.

“Ma c’è di più: oltre a quelle di Trenitalia, dietro la chiusura della fabbrica in questo caso ci sono anche le responsabilità, gravissime, del Governo, dell’attuale Giunta della Regione Lazio e di quella del Comune di Roma che solo pochi giorni fa hanno approvato un Piano Casa che incentiva la speculazione immobiliare nelle aree industriali. In questo modo, si sollecitano gli imprenditori a dismettere le fabbriche indirizzando i loro affari verso la rendita immobiliare. Assieme al dramma dei lavoratori e delle lavoratrici lasciati senza alcuna garanzia di reddito e di lavoro, è un’idea odiosa di città e di società quella che vogliono imporci. Per questo motivo l’occupazione della fabbrica di questa mattina è molto più che un semplice gesto di denuncia: è un segnale chiaro alla cittadinanza, alle istituzioni e ai poteri forti della città e del Paese, per riprendere in mano quello che ci viene ingiustamente strappato”.

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