Le donne della Cgil al sindaco Marino: no quartieri a luci rosse

ROMA – Il Coordinamento donne della Cgil di Roma e del Lazio interviene nel dibattito che si è aperto in seguito alle dichiarazioni del sindaco Marino su una eventuale creazione nella capitale  di quartieri a luce rossa. Il no della Cgil è fermo e argomentato.

“Leggiamo con un certo stupore le dichiarazioni del sindaco Marino –afferma il  comunicato del sindacato-. la cosiddetta zonizzazione della prostituzione è una proposta non nuova, in realtà, anzi periodicamente ricorrente in un dibattito spesso stucchevole che vede la prostituzione essenzialmente come tema di ordine pubblico e di decoro urbano: basta allontanare dagli occhi uno spettacolo poco edificante, nascondere la polvere sotto il tappeto per risolvere la questione.

“In realtà bisognerebbe interrogarsi sul fenomeno nella sua complessità prosegue la nota- con la consapevolezza che la prostituzione è una delle forme più evidenti di sfruttamento e mercificazione delle donne, espressione del rapporto tra donna oggetto e uomo compratore e quindi di una modalità inaccettabile di relazione tra i sessi.Ma su questo è probabilmente più difficile e scomodo intervenire, non a caso i clienti sono i grandi assenti nel dibattito pubblico, si preferisce parlare solo delle prostitute e della loro visbilità o meno, dell’impatto, certo non gradevole, rispetto al territorio, ignorando la necessità di agire sul piano culturale, analogamente a quanto avviene nel contrasto alla violenza sulle donne. E non possiamo dimenticare che, molto spesso, la prostituzione è legata a forme di violenza, di sfruttamento e a volte persino della deprivazione della libertà personale ( tratta) rispetto ai quali è indispensabile un maggior impegno delle istituzioni, a partire dal rifinanziamento del progetto Roxanne mirato appunto alle vittime della tratta. “

“Non può essere il dove-conclude la nota- la risposta a un tema così complesso e delicato che chiama in causa la libertà e la dignità delle donne: i quartieri a luci rosse si tradurrebbero in una forma da un lato di ghettizzazione delle prostitute e dall’altro di legittimazione implicita di uno sfruttamento e di una modalità dei rapporti umani inaccettabile.

Crediamo che altri siano gli interventi davvero urgenti e indispensabili per migliorare la vivibilità della nostra città: dai servizi sociali, alla mobilità, all’occupazione da tempo chiediamo, anche come donne, un cambio di passo rispetto alle politiche fin qui realizzate”.

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