Non solo coaching: qui ora, non solo un motto, ma un vero atto di amore nei nostri confronti

ROMA – A volte siamo cosi concentrati ed abituati a porci e raggiungere obiettivi, che non riusciamo a goderci nemmeno i risultati di quanto facciamo.

Spesso chi nella professione, o anche nella vita personale, è orientato al raggiungimento di obiettivi nuovi e sfidanti,  può ad un certo punto porsi la domanda di quanto tempo dedica ad osservare i risultati raggiunti trovando una risposta poco soddisfacente. Oppure può nascere anche la sensazione di non arrivare mai, in una continua e incessante ricerca di cose nuove da realizzare, senza mollare mai la presa. Si continua sempre a pensare a cosa fare dopo, aspettando che la sensazioni di entusiasmo e di nuova sfida sostituiscano questa inquietudine,  vivendo costantemente con l’acceleratore spinto al massimo. Per alcuni è funzionale, ma alcuni sentono, nonostante le soddisfazioni delle sfide raggiunte, una sensazione che ciò che si fa non sia mai appagante.

La domanda è quanto siamo consapevoli di quello che stiamo vivendo oggi?

A volte il buon proposito di rallentare per concentrarsi sulla consapevolezza di dove siamo, senza andare troppo avanti nel futuro, significa anche imparare a saper godere dei frutti raccolti, e non solo. Questa conquista provoca un effetto straordinario: sentirsi soddisfatti, celebrare i nostri successi ,fermarsi a riflettere se quello che stiamo facendo è il linea con il nostro oggi, piuttosto che in linea con scelte del passato, e a sorridere di più. 

Chiedersi se il senso di insoddisfazione, che eventualmente a volte si prova oggi, è dovuto davvero alla necessità di porsi sempre nuovi obiettivi, oppure al fatto di non avere piena consapevolezza di quello che si desidera oggi, è un buon punto di partenza.

Ci sono molti modi per godersi il momento e fermarsi, c’è chi lo fa con la meditazione, chi con un lungo viaggio, l’importante è trovare un modo per entrare in connessione con se stessi e sintonizzarsi sulla propria frequenza interna e capire cosa trasmette, piuttosto che ascoltare una frequenza su cui siamo abituati a stare da un bel po’ di tempo e che è trasmessa da eventi esterni, come la corsa verso obiettivi sempre nuovi. 

Quali possono essere dei campanelli di allarme che richiedono il bisogno di fermarsi? 

Per ognuno può essere una cosa diversa, bisogna imparare ad ascoltarsi: il nostro sonno ci parla, il nostro corpo ci parla, lo specchio ci parla, i nostri pensieri ci parlano. 

Oltretutto come siamo sicuri che questo continuo correre ci renda sempre produttivi ed efficaci?

Spesso si impiegano ore del giorno ad andare avanti senza sosta sui nostri obiettivi, rubando tempo a attività che il nostro corpo richiede ad es. il sonno. Togliere tempo al sonno, a lungo andare,  diminuire  anche l’efficienza. Lavorare senza fermarsi ci rende davvero più brillanti? Non imparare a delegare o condividere con i propri colleghi quanto ci premia? 

Lo stress, una parola di cui spesso abusiamo. La domanda è abbiamo piena consapevolezza di cosa lo provoca? Fermarsi per un po’ per comprendere se dobbiamo cambiare passo, strategia o addirittura progetto quali vantaggi può portare?

Osserviamoci, come respiriamo? Il nostro respiro durante le nostre attività è lento e rilassato o abbiamo sempre la sensazione di avere il “fiato in gola”? Sembra una banale costatazione, ma quanti di noi si soffermano ad osservarsi nelle normali funzioni fisiologiche? Come mangiamo? Di fretta senza nemmeno assaporare i sapori, oppure ci godiamo il momento del pasto? Se non lo facciamo con queste attività primarie, figuriamoci con i nostri bisogni più nascosti. 

Da questo si comincia ad ascoltarsi e comprendere con consapevolezza il nostro oggi, osservando anche i nostri piccoli gesti quotidiani. 

Introduco il concetto di “Mindfulness”,  con molta umiltà non essendo un esperta sull’ampia tematica, ma solo per richiamare la nostra attenzione sul tema della consapevolezza di se nell’oggi,  suggerisco a tutti coloro fossero interessati la lettura di testi e riflessioni sul tema di esperti conoscitori dell’argomento. 

La mindfulness è la capacità di prestare attenzione in ogni momento in modo consapevole, e non giudicante nei nostri confronti , alle nostre sensazioni, percezioni, impulsi, emozioni, pensieri, parole, azioni. Il fine ultimo è la conoscenza e l’accettazione di se per imparare a prevenire o (risolvere) la nostra sofferenza o insofferenza. 

Sviluppare questa capacità permette di imparare a intercettare tutte quelle azioni o pensieri che possono contribuire alla nostra insoddisfazione. 

Nei casi in cui è necessario fermarsi e comprendere se il nostro oggi, prodotto da ieri è in linea con quello che “qui e ora” davvero vogliamo può essere di grande aiuto. 

Sviluppare Mindfulness, tra tante cose, fa crescere la capacità di  osservare la realtà in modo non giudicante, l’apertura a nuove alternative di pensiero e possibilità di azione, e lo sviluppo della capacità di essere attenti ai nostri bisogni reali in modo consapevole. 

I benefici sono molteplici ad esempio maggiore chiarezza nei pensieri e nelle azioni, capacità di rimanere attento e consapevole nelle varie situazioni in modo naturale, maggiore consapevolezza e equilibrio nella gestione delle emozioni, maggior controllo delle rimuginazioni dei pensieri, minore reattività agli eventi non attesi, sfruttare al meglio i nostri punti di forza, contenere i momenti si stress, maggiore lucidità in tutte le occasioni, essere meno giudicanti con se stessi e con gli altri, crearsi aspettative consapevoli cosi come progetti di crescita, saper godere del momento, saper indirizzare l’attenzione su cose davvero importanti, ma soprattutto maggiore serenità nell’affrontare la vita con maggiore attenzione alle nostre necessità

Qui, ora non è solo un motto, ma una modalità di vita che può fermare la corsa contro il tempo che la vita ci impone. Nessuno dice di fermarsi per molto tempo, e nemmeno di fermarsi del tutto se questo impossibile, ma di osservare al proprio tempo e ricavare lo spazio giusto per se stessi e comprendere la vera essenza della nostra eventuale insoddisfazione, osservando con consapevolezza cosa siamo come insieme dei pensieri, azioni e emozioni.

In fin dei conti essere consapevoli di se stessi nell’oggi è un premio che possiamo regalarci e dovremmo concederci, un vero atto d’amore verso noi stessi. 

“Una persona che si risveglia è come la luna riflessa nell’acqua: la luna non si bagna, l’acqua non s’increspa. 
Anche una grande luce si riflette in un poco d’acqua. 
La luna e il cielo si rispecchiano interamente nella rugiada, anche in una sola goccia. 
Il risveglio che non turba la persona è come la luna che penetra nella goccia. 
La persona che non ostacola il risveglio è come la goccia di rugiada che non ostacola il cielo.”
(da “Cadono i fiori” di Eihei Dōgen – monaco buddhista giapponese 1200 -1253)

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