Scuole a pezzi. Al Liceo Peano di Roma lezioni al freddo e senza luce

ROMA – “Il liceo scientifico G. Peano di Roma versa in uno stato di precarietà strutturale vergognosa ormai da più di un anno”. E’ quanto denunciano i genitori degli alunni esasperati da una situazione davvero indegna di un Paese civile.

Lo stato precario dell’edificio non è tra l’altro una novità. Già nell’autunno del 2014 crollò infatti una porzione del controsoffitto che miracolosamente non provocò una tragedia. La scuola, dopo quell’episodio, fu costretta a chiudere per più di un mese smantellando tutti i controsoffitti per motivi di sicurezza. Tuttavia, ad oggi la situazione non sembra affatto migliorata. Anzi, è addirittura peggiorata. 

“Attualmente – come ci spiega una mamma del Comitato genitori – oltre mille ragazzi, docenti e personale Ata vivono e lavorano in ambienti privi di controsoffitto con fili e tubi a vista e conseguenti problemi di isolamento termico, acustico e soprattutto elettrico. Quando piove, infatti, in diversi punti entra l’acqua provocando inevitabilmente numerosi e frequenti black out che generano blocchi dell’energia elettrica e di conseguenza anche alle caldaie. Al Peano quindi si fa lezione al freddo e al buio, obbligando spesso le classi a trasferirsi nel corridoio dove le finestre più ampie consentono una maggiore luminosità.

In questi mesi invernali la temperatura nelle aule non supera i 10/12 gradi, quella in palestra gli 8/10. Motivo per cui i docenti sono spesso costretti a interrompere le lezioni, anche quelle di educazione fisica, mentre i ragazzi sono costretti a portarsi le coperte da casa”.

Una situazione davvero scandalosa. “Le istituzioni,  in primo luogo la città metropolitana di Roma, proprietaria dell’edificio, pur destinatari di innumerevoli e reiterate segnalazioni e richieste di intervento immediato per la risoluzione di questa incredibile situazione da parte del Preside, Consiglio di istituto e Comitato genitori sono vergognosamente latitanti. Insomma – rammenta il comitato genitori – da mesi fanno orecchie da mercante o si trincerano dietro la snervante macchina burocratica, tra tavoli di mediazione, confronti e sopralluoghi che finora non hanno dato i risultati sperati. Intanto il tempo passa e gli studenti del Peano vedono lesa la loro dignità come persone prima ancora che come studenti”. 

La situazione degli edifici scolastici è cosa ben nota in Italia da troppo tempo. Quattro scuole su dieci sono senza manutenzione, mentre una su cinque presenta lesioni strutturali, come riportato recentemente dal rapporto di Cittadinanzattiva. E non finisce qui, specie quando affiorano le contraddizioni di una politica che sembra voler sopprimenre il diritto allo studio. Lo scorso novembre dopo l’approvazione dell’ emendamento in Commissione Bilancio sono stati elargiti altri 25 milioni di euro al fondo per gli istituti non statali raggiungendo quota 497 milioni.  Uno schiaffo alla scuola pubblica, agli studenti, al personale scolastico, ai docenti dai contratti scaduti in cui anche lo zuccherino dei 500 euro di bonus appare come l’ennesimo specchietto per le allodole. Nel frattempo i problemi restano e le istituzioni tacciono. 

La richiesta d’aiuto a Nicola Zingaretti

Per questo motivo l’architetto Marco Muro Pes, Presidente del Consiglio d’Istituto, ha inviato una missiva al presidente Nicola Zingaretti, nonostante questa tematica non sia di competenza regionale, spiegando la problematice nella cronologia dei fatti. 

“Abbiamo inviato le nostre richieste di intervento e il progetto al Dipartimento X, abbiamo scritto al Ministro Giannini, al Sindaco Metropolitano di allora, Ignazio Marino e a tanti altri, senza ricevere la sia pur minima risposta. Abbiamo a questo punto scritto una lettera aperta al Presidente Matteo Renzi, alla quale ci ha risposto l’ufficio per l’edilizia scolastica istituito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri; li abbiamo incontrati, ci hanno assicurato il loro supporto, ma dalla fine di settembre sono “scomparsi” anche loro”.

“Quello che però maggiormente ci dispiace, al di là delle questioni “meccaniche” delle riparazioni, o delle ristrutturazioni, – scrive ancora Muro Pes – è l’immagine peggiore che le Istituzioni stanno dando ai nostri ragazzi, che si sono dimostrati molto assennati e pazienti: non ci sono state occupazioni o insofferenze gravi, ma, in questo modo si mina dalle fondamenta, e in modo irrecuperabile, la loro fiducia nelle Istituzioni”. 

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