Tornei internazionali estivi. Tanti soldi ma anche tante figuracce (per le italiane)

ROMA – Con la campagna acquisti ancora in pieno corso, appena il pallone scende in campo,  ecco che iniziano le prime delusioni, in particolare nei tornei internazionali fra big, anche se, all’apparenza, tutti minimizzano, facendo trionfare l’ovvietà delle motivazioni (“la preparazione è appena iniziata”,  “faceva troppo caldo”, “i nuovi non hanno ancora assorbito gli schemi”  “l’avversario è più avanti di noi”, “ i nazionali si sono aggregati da poco” e via di questo passo…).

L’unica nota positiva di questi tornei è la contropartita economica che consente di portare a casa qualche milioncino, facendo partecipare alla kermesse anche i giovani anonimi della Primavera i quali, tornati in Italia, potranno raccontare gli amici d’aver rubato la palla a Ronaldo, oppure  d’aver stretto la mano a Torres.  Altro che precampionato scioglimuscoli come si usava una volta, cominciando dalle squadre dilettantistiche seppellite di reti a doppia cifra a……zero ! Oggi si riempiono i cosiddetti “stadium”  ovattati e stracolmi di gente che vuole  vedere  da vicino gli idoli d’oltreoceano, facendo passare in secondo piano le altre motivazioni  (i viaggi transoceanici , lo stress, la stanchezza per i fusi orari, la mancanza di fame di vittorie, come l’ha definita Conte ecc) che finiscono, poi,  coll’influire sul rendimento.   
Delle squadre italiane  che stanno partecipando agli accaldati tornei estivi  internazionali, insieme alle concorrenti più quotate,  finora,  non se n’è salvata una,  sia nei risultati finali che, soprattutto, nel gioco: qualche sprazzo, qualche mezzo tempo, qualche spunto singolo, ma, quanto a gioco globale,  l’insufficienza è stata generale.  

Juve, delusione totale e Conte si arrabbia.   
La Juve,  col duo  Tevez-Llorente, fino qualche settima prima sembrava dovesse spopolare ma poi si fa battere ai rigori  (persino Pirlo ne sbaglia uno, il che è tutto dire…) da una squadra inglese di seconda fascia (Everton) e qualche giorno dopo conferma la sua impreparazione facendosi mettere sotto impietosamente  addirittura dagli statunitensi del Galaxy che sembravano propinati  apposta per un riscatto con una caterva di gol e, invece, rimediano un figurone, facendo arrabbiare di brutto Antonio Conte . Dove sono finiti gli elogi sperticati a Marotta per gli acquisti di Llorente (a zero euro) e di Tevez (regalato a 9 milioni) ?  I due, finora, sul campo,  non si sono visti ancora e in televisione ci si accorge della loro presenza solo quando, dopo decine di minuti vengono citati per qualche insignificante passaggio a centrocampo.  In loro nome sono state immolate le vecchie punte di due scudetti  consecutivi Matri, Quagliarella, Giovinco e soprattutto Vucinic, tanto criticati ma, finora, ancora per nulla degnamente sostituiti.   E’ troppo allarmistico se i giornali,  anche dai titoli, fanno rilevare  tutto ciò ?  Forse è prematuro accentuare questa pecca ma è doveroso evidenziarla.  Certo,  la Juve al completo o quasi  la si è vista in una sola partita e fra due settimane il campionato parte, e non è pensabile che si possa continuare ad attendere l’inserimento del duo meraviglia ancora a lungo.  

Inter, bisogno di chiarezza,  a tutti i livelli.
E non parliamo dell’Inter che, in completo disfacimento in ogni settore, subisce il Valencia come l’asfalto un rullo compressore.  Il buon Mazzari  che tanto pervicacemente ha voluto lasciare il certo per l’incerto, parla già di ricostruzione mentre  lo stesso Moratti, l’artefice del suo trasferimento a Milano, ora sta per lasciare la proprietà e il comando ad un anonimo industriale del marketing pallonaro. Quel Thohir che, se Papa Francesco si era dichiarato proveniente dalla fine del mondo,  lui dovrebbe definirsi proveniente dalla fine del calcio (l’Indonesia: ma quando mai ?) , visto che il suo approdo, ormai certo,  sotto la Madonnina è dettato solo da motivi extra calcistici del mero business pubblicitario che nulla hanno a che vedere con  la passione, il tifo, la la tradizione familiare fin qui espressi, con amore e sofferenza (anche economica), dalle generazioni morattiane alle quali Milano e l’Italia calcistica devono molto.   Mazzari appare spaesato, sorpreso, in attesa di capirci qualcosa e di vederci chiaro con una rosa composta da tanti giovani ma anche e ancora da alcuni anziani, non solo di età ma di mentalità, che non sarà facile fondere; inoltre, è prematuro ma soprattutto un brutto segno l’accollarsi da subito le colpe da parte del generoso allenatore livornese. Mazzarri, dato il momento particolare vissuto dalla società in attesa del passaggio di consegne, aspetta di avere un vero e definitivo punto di riferimento che, come si vocifera, potrebbe essere quel Leonardo, uomo per tutte le stagioni,  per tutti i ruoli e per  tutte le società, che, se non altro,  di calcio ne capisce, nonostante le ultime annate non siano state proprio da ricordare per lui,  sia dietro la scrivania che in panchina. Più presto si perfeziona il passaggio di proprietà e meglio sarà per tutti.  

E’ già scontro diretto
E mercoledì prossimo ci sarà già uno scontro diretto fra Juventus e Inter, le cenerentole della Guinness Cup,  per il settimo e l’ottavo posto, mentre il Milan si giocherà  il terzo posto con il Galaxy; finale stellare  fra Real Madrid  e Chelsea, con due grandi ex di fronte, Ancelotti e Mourinho.   

Napoli, la realtà  è diversa dai sogni.
 Il Napoli dopo essere partito bene coi i turchi del Galatasaray, mette sotto per un tempo l’Arsenal  e, poi, nella ripresa subisce la rimonta di due reti e poco c’è mancato che perda. “Erano stanchi”  dirà Benitez; “difesa inadatta,  da rinforzare” scriveranno i giornali che, purtroppo, sembrano proprio aver ragione perché, due giorni dopo,  la storia si ripete e il Napoli perde anche con il Porto.  E allora, forse, oltre a ricercare una degna spalla per Higuain (ci sarebbe Insigne che, all’estero,  tutti ci invidiano ma…non è (ancora) un nome di quelli da far eruttare il Vesuvio, anche se certe sue giocate incantano…) diventa primario puntellare la difesa che non può continuare a basarsi su  un Cannavaro, redditizio più per la nomea familiare che per bravura sul campo; in porta  è stato scaricato il vecchio De Sanctis sostituito da Reina, gradito a Benitez come pure lo stesso  Albiol, sua vecchia conoscenza ai tempi del Valencia, ma, finora, i due non hanno apportato alcun valore aggiunto nel reparto, anzi.   Higuain aveva acceso una miccia nella tifoseria (50.000 presenti alla prima uscita !) ma, finora nessun fuoco d’artificio.   Per fortuna che De Laurentiis ha ancora buona parte del tesoretto Cavani da investire e, dopo la piazza d’onore dello scorso anno, può puntare ad altri rinforzi.

Milan, in attesa di Balotelli e i (soliti) troppi infortuni.
La striminzita e sofferta vittoria di Valencia, nei super ottimisti, aveva fatto evocare addirittura  storiche imprese da vecchie Champions…ma la dura sconfitta col Manchester ha subito richiamato tutti alla realtà.  Fosse dipeso da Berlusconi, al 36′ del primo tempo, col Milan sotto per 5-0,  avrebbe immediatamente licenziato Allegri…..Poi, grazie alla linea giovani, il punteggio si è attenuato e,  per consolarsi, si è cercato  di di far diventare macroscopica, qualche magari singola  positività. El Shaarawy fa due gol ed ecco il goleador ritrovato;  il diciottenne Petagna, anche lui in gol, ecco il centravanti del futuro.  Va sottolineata, invece, una situazione sulla quale la società continua a  sorvolare: la massa degli infortunati che, a stagione appena iniziata, contava già 7 elementi. Va bene che il Milan ormai, da qualche anno, è “abbonato” agli infortuni come nessuna altra squadra, però, sarebbe ora che questo problema venisse finalmente affrontato e spiegato, anche pubblicamente, e,  soprattutto, entro i limiti del possibile, risolto perché diventa penalizzante iniziare il torneo già con diversi giocatori fermi,  si spera, non come gli anni scorsi, con il solito  turnover infortunistico…
Per riguarda la squadra, sarebbe opportuno riportare Balotelli sulla faccia della terra perché non è pensabile  che il Milan sia solo il super Mario (come tutti fanno bellamente credere, umiliando gli altri), trascurando il resto:  la difesa necessita (da anni) di  un uomo di peso (da Champions) e di qualche riserva adeguata,  un fantasista multiruolo potrebbe aiutare le due punte nella fase conclusiva, ad essere meno egoiste.  In questi incontri, al di là dei risultati, il Milan ha fatto vedere,  se non altro, miglioramenti graduali, ma l’ossatura della squadra da campionato e Champions è ancora da definire. Ci deve pensare Allegri e, fortuna sua, Berlusconi  ha ben altro cui dedicarsi….

Lazio e Roma,   più mercato che amichevoli
La Roma sta disputando  amichevoli nel Nord America  che, però non prevedevano incontri con le  big mondiali, accontentandosi di avversarie inferiori al proprio livello, senza subire, forse  per questo, battute d’arresto. La società pensa più che a inutili incontri di richiamo, al completamento dell’organico che è in  piena costruzione, l’ultimo arrivo è il brasiliano Gervinho e la prossima partenza, dalla quale dipenderebbero altri acquisti,  si spera si quella di Osvaldo adocchiato dal Napoli.
La Lazio si potrebbe dire come la Roma,  ma,  rimanendo in Europa, in campo  ha fatto vedere ben poco mentre  si è messa in mostra più per il caso Zarate prima (l’arbitrato le ha dato ragione dichiarando che non esiste il mobbing, anche se la situazione è ancora da definire)  e per  quello del calcio scommesse, poi  (Mauri squalificato per 6 mese per omessa denuncia, nessuna penalizzazione). Lotito, finora è stato bravo a trattenere Hernanes, bisognerà vedere se ci riuscirà fino alla fine del calciomercato che termina lunedì 2 settembre.

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