Roma sparita, per la Juve è sorpasso al vertice. Tanti risultati sorprendenti

ROMA – Importante giornata di svolta, la tredicesima:  la Roma si fa bloccare in casa dal Cagliari mentre la Juve, passa a Livorno e torna in testa da sola. E dietro di loro la musica è la stessa: il Napoli, col Parma in casa esce addirittura battuto mentre l’Inter rimedia un pari a Bologna e, persino la Fiorentina e il Verona incassano una sconfitta.  Giornata pro Juve, dunque.  

 

Roma ancora bloccata, brutto segno ? 

Il terzo pareggio consecutivo,  secondo casalingo, per la Roma significa perdere il comando del campionato, tenuto splendidamente per dieci giornate e poi, progressivamente, ceduto dopo aver giocato con avversarie da non considerarsi fra le top (Torino, Sassuolo e, appunto il Cagliari). Certo se si pensa che in questo posticipo il migliore in campo è stato il portiere sardo Avramov si comprende che la Roma le ha tentate tutte per segnare, colpendo anche una traversa, però, ancora una volta, i tre punti sono sfuggiti e, se si aggiunge che pure De Sanctis è stato ricoperto di elogi per una paio di parate decisive, allora si giunge alla conclusione che l’undici giallorosso avrebbe potuto anche perdere. Questa è la conferma che il giocattolo si è inceppato: solo colpa dell’assenza di Totti? Garcia deve fare il punto della situazione, senza drammatizzare (la Juve è ad un punto) ma neppure ignorare i segnali che sono venuti da tre prestazioni non all’altezza delle precedenti.  

 

Ci mancavano pure i cinesi….                                                                                                                             

E mentre la squadra annaspa in campo, impazzano le problematiche societarie con botta e risposta di dichiarazioni fra Pallotta e UniCredit per via di presunte trattative con un magnate cinese per una cessione parziale di quote da parte dell’Istituto di credito. Con l’aria che tira oggi nel settore bancario italiano, Pallotta, vivendo in America, probabilmente non sa che per una banca essersi  ritrovata comproprietaria di una società calcistica, per compensare propri crediti pregressi,  non rappresenta il massimo degli investimenti strategici e, di conseguenza, è comprensibile che se ne voglia uscire rientrando il più possibile dei propri soldi, forse concessi, qualche anno fa, alquanto sconsideratamente,  alla precedente gestione della famiglia Sensi.   

 

Juve, piena conferma della propria forza.                                                                                                             

A Livorno, in pratica, si è giocato in una sola metà campo, quella dei locali, i quali, ad onor del vero, qualche occasione l’hanno pure avuta nelle ripartenze ma non ne hanno saputo approfittare.  La Juve ha dovuto attendere il secondo tempo per bucare la difesa avversaria prima con Llorente e poi con Tevez ma, da quanto visto in campo, compresa una difesa sperimentale con Vidal, ci si attendeva solo il gol da un momento all’altro e, alla fine, il più forte ha prevalso. Dopo la stecca della Roma, la Juve gongola.  Ora si pensa al Copenaghen, atteso a Torino mercoledì, per iniziare quella rimonta dall’ultima posizione del girone Champions  per la quale la vittoria  è indispensabile. 

 

Napoli, brutta premessa alla Champions.                                                                                                       

Il Napoli che non t’aspetti  si fa mettere sotto, al s. Paolo, dal Parma: tutti davano per scontato un pronto riscatto dopo la sonora sconfitta in casa Juve prima della sosta, ed invece ecco una pessima esibizione degli azzurri,  alla vigilia del turno infrasettimanale di Champions che li vedrà impegnati in Germania in una partita spareggio con il Borussia Dortmund. Il quale, per la verità non è che stia proprio meglio dopo il 3-0 casalingo contro il mostruoso Bayern…..   Questa imprevedibile battuta d’arresto per il Napoli fa molto male alla sua classifica perché l’allontana dalla Roma (  punti) e  dalla Juve (6 punti). L’unica fortuna dei partenopei  è stata che l’Inter, la più immediata delle inseguitrici,  non ne ha approfittato per raggiungerlo al terzo posto ma per gli uomini di Benitez questa sconfitta non può non  costituire da campanello d’allarme. 

 

Inter, occasione mancata.                                                                                                                                              

Una volta conosciuto il risultato pomeridiano di Napoli, il posticipo  serale a Bologna, per l’Inter,  avrebbe dovuto essere il momento buono per fare un passo in avanti non solo in  alta classifica  ma anche il salto di qualità, invece, si è risolto in un pareggio che lascia l’amaro in bocca e rimanda in altre occasioni l’inserimento fra le grandi in posizioni europee. Mazzarri si è rammaricato perché il risultato non ha rispecchiato il gioco ma questo capita quando manca il realizzatore; ci sarebbe voluto un Milito vecchia maniera…. 

 

Fiorentina, ancora peggio !                                                                                                                              

Fra le aspiranti grandi, per la Fiorentina è andata ancora peggio che all’Inter perché a Udine, dopo aver dominato nel primo tempo senza riuscire a concretizzare in gol, nella ripresa si è afflosciata e, nonostante lo svantaggio, non è più stata capace di reagire lasciando all’Udinese i tre punti. Troppa frenesia, ha commentato Montella, ma erano troppi gli uomini giù di tono. Intanto, in settimana,  l’impegno  portoghese di Europa League, a qualificazione già acquisita, ha il sapore di un allenamento ma potrebbe servire per riordinare le idee.  

 

Nel derby veronese acuto finale  del Chievo.                                                                                                                  

Dopo undici anni, si sono finalmente ritrovate di fronte le due squadre di Giulietta e Romeo in un derby nel quale il Verona ha deluso, confermando l’appannamento registrato la domenica  precedente  non solo nel risultato  ma anche nel gioco che non è più quello dei primi due mesi.  Perdere  poi, a pochissimi secondi dalla fine,  brucia,  ma il Chievo del rientrante Corini  ha creduto di più nella vittoria rispetto a  Mandorlini, ormai rassegnato a difendere il punto e lo si  è visto nelle differenti sostituzioni effettuate dai due tecnici  L’esito di quest’incontro fa ulteriormente scendere il Verona mentre dà gran fiato alle speranze del Chievo che ha acciuffato il Catania all’ultimo posto. 

 

Milan, delusione e contestazione                                                                                                         

Un altro risultato clamoroso è stata la mancata vittoria del Milan sul Genoa, nonostante ben tre vantaggi di varia natura: il bel gol in apertura  per merito di Kakà, che avrebbe dovuto spianare subito la strada, il rigore, che avrebbe dovuto chiudere la partita, malamente sciupato da Balotelli e, soprattutto, l’aver giocato per due terzi dell’incontro con un uomo in più. Nonostante tutto questo ben di Dio a suo favore, la squadra di Allegri, non solo non ne ha saputo approfittare per incamerare tre punti preziosissimi per la classifica e il morale, ma addirittura si è fatta rimontare per un ingenuo rigore che ha ristabilito il risultato e, fino alla fine,  non c’è stato nulla da fare. Genoa pressato in ogni dove ma mai superato grazie anche ad un paio di splendidi interventi del portiere Perin che, però, non possono giustificare i limiti, ormai congeniti dei rossoneri.  Alla fine fischi e contestazione,  con Kakà e Abbiati che vanno a calmare i tifosi più esagitati.  E martedì sera il Milan è chiamato ad una dura prova in Champions a Glasgow contro il Celtic; un ennesimo passo falso pregiudicherebbe anche il prosieguo in campo europeo ma significherebbe l’ufficializzazione della crisi e, soprattutto la fine di un’epoca, della quale da tempo se ne vedono i sintomi ma l’unico a non rendersene conto è Berlusconi, forse non per colpa sua, avendo ben altro a cui pensare…..   

 

Lazio, salvata in extremis  ma prova incolore.                                                                                                

Quando ormai tutti erano felici e contenti,  in casa sampdoriana, per i primi tre punti della nuova gestione Mihajlovic, ad una manciata di secondi dal fischio finale,  ecco che il laziale Cana inventa un gol che lascia tutti sbigottiti da una parte e fa tirare un sospiro di sollievo dall’altra. Un punto d’oro quello degli uomini di Pektovic ma ci si chiede  fino a che punto meritato, visto che la Samp per quasi l’intero secondo tempo ha giocato in dieci ed era pure riuscita a portarsi in vantaggio. Ancora una volta le scelte di Pektovic non hanno convinto e la sua panchina è ritornata in bilico, anche perché, a quanto pare, il tecnico è fortemente richiesto dalla federazione svizzera per  la conduzione della Nazionale.  Se così fosse, a questo punto, una risoluzione consensuale, sarebbe bene accetta da tutti….Intanto, giovedì,  c’è il Legia che aspetta a Varsavia i laziali i quali, per i limiti  degli avversari, potrebbero sfruttare l’occasione per riscattarsi e, soprattutto, mettere al sicuro la qualificazione. 

Torino, finalmente vince e convince.                                                                                                                  

Il Toro, con una prova convincente sotto ogni aspetto, si è allontanato dalla zona calda,  affossando ulteriormente  il Catania che, staccato dalla Samp e agguantato dal Chievo,  ha toccato il fondo della graduatoria. Troppi errori difensivi degli etnei hanno consentito alle punte granata di andare a nozze subendo un poker che deve far meditare giocatori, allenatore ed anche società in vista del mercato di gennaio per sopperire alle troppe cessioni effettuate in estate.           

 

Sassuolo:  Di Francesco comincia a raccogliere.                                                                                     

Continua la risalita del Sassuolo,  al  terzo risultato utile, dopo aver superato una  deludente Atalanta con i gol delle due giovani  punte Berardi e Zaza, entrambi di proprietà della Juventus. La fase iniziale del torneo per la matricola emiliana non era stata delle migliori ma Eusebio Di Francesco non s’era mai perso d’animo continuando a credere nei suoi ragazzi che ora lo stanno ripagando con risultati e spettacolo made in Italy, visto che i titolari sono quasi tutti di nazionalità nostrana. Coloro i quali avevano assegnato da subito una delle tre retrocessioni al Sassuolo, ora dovranno cominciare a ricredersi. 

Condividi sui social

Articoli correlati