Juve esagerata, vince pure a Roma. Campionato proprio alla frutta (volano le banane)

L’inutile partitissima  

Si è disputata allo stadio Olimpico di Roma e, contrariamente alle previsioni di qualche mese fa, con lo scudetto già assegnato domenica scorsa,  è servita solo alla Juve per migliorare ancora i record  in corso. Tanto per (non) cambiare, i bianconeri hanno vinto anche nella tana della Lupa, portandosi ad un tiro di schioppo dalla  mitica quota 100  che potrà essere perseguita  con un pari ed eventualmente anche superata con una vittoria col Cagliari.

Buona la prestazione della Roma che ha pure sfiorato il vantaggio in alcune occasioni ma una Juve,  come al solito utilitaristica e spietata,  si porta a casa anche i penultimi tre punti.  

Quando ormai l’incontro  si avviava rassegnatamente  verso un risultato ad occhiali, a pochissimi secondi dal termine dei minuti di recupero, Osvaldo, entrato da poco fra una marea di fischi, realizzava il gol decisivo per l’ennesima vittoria bianconera e per la sua personale vendetta di ex. 

Le notizie d’un certo interesse, a parte una gran gomitata di  Chiellini a Pjanic,  per la quale s’invoca la prova tv,  provengono dalla conferenza stampa di Conte il quale, tra il dire e il non dire, ha fatto capire che, per lui,  il ciclo juventino è terminato, ritenendo che “sarà dura fare meglio di quello che è stato compiuto in tre anni” e che lui non ritiene fattibile una vittoria in Champions con la Juve, per cui, andrà a vincerla altrove….  

In casa Roma, l’amarezza è grande ma Garcia, dopo questo splendido campionato, va oltre e guarda avanti, fiducioso che si potrà ripartire su di una base solida, sia tecnica che societaria, tranquillizzando la tifoseria.      

Operazione Europa League 

Delle sei squadre in corsa, solo l’Inter, vincendo, ha conquistato la matematica qualificazione con il quinto posto,  aggiungendosi alla Fiorentina; per le altre,  avendo solo pareggiato (Torino e Parma nello scontro diretto, più  il Verona, raggiunto dall’Udinese al 92′ ) o addirittura perso (Milan e Lazio) tutto viene rimandato agli ultimi 90′, oltre ai quali non ci sarà più modo di rimediare. 

Finalmente l’Inter 

L’Inter ha letteralmente distrutto la Lazio con un sonoro 4-1, consolidando la sua quinta posizione e, nel contempo, eliminando ogni residua speranza per i biancazzurri. L’esito di quest’incontro rinfranca l’ambiente nerazzurro, dopo la delusione derby, mentre in quello romano, già si prevedono epurazioni nella fin troppo folta rosa di giocatori, dopo un torneo, iniziato male con la sconfitta in Supercoppa  e finito peggio con l’esclusione dall’Europa.     

Torino-Parma un in utile pareggio   

Contavano i tre punti ma nessuna delle due squadre è riuscita a prenderli; il gol di Immobile, il ventiduesimo,  al termine del primo tempo e fino ad oltre metà ripresa aveva illuso tutti che potesse bastare ma due clamorosi errori (Immobile si faceva espellere per una seconda ammonizione per un plateale caduta in area e il rigore provocato da Glick) consentivano al Parma di acciuffare il pari,  nonostante Cassano si fosse visto parare il penalty, con la provvidenziale ribattuta in rete di Biabiany. 

Alla fine, visti gli altri risultati, al Torino comunque è andata bene perché se domenica vince si qualifica. 

Milan, siamo proprio alla frutta….      

Anche se la classifica concede ancora qualche chance europea, per il Milan  è arrivata l’ora di preparare la nuova stagione pensando solo al campionato perché, anche superando domenica il Sassuolo,  per qualificarsi, si dovrebbe  verificare una contestualità di risultati delle altre concorrenti che, al momento, appare difficilmente ipotizzabile.  La sconfitta di Bergamo, la tredicesima, per i rossoneri equivale al capolinea: se qualcuno, soprattutto in società, si era illuso di poter entrare in Europa in extremis o quasi, com’era successo lo scorso anno dopo la rocambolesca partita di Firenze,  ha dovuto fare,  impietosamente, i conti con la realtà di una squadra modesta  e di un allenatore testardo che ormai non riscuote più la fiducia di nessuno. Seedorf, con la scombiccherata formazione mandata in campo, corretta solo tardivamente, ha fatto harakiri per il Milan ma anche per se stesso, segnando la fine di una stagione infelice, nella quale le sue colpe sono solo le minime e le più recenti, mentre quelle maggiori e più lontane sono da ascrivere ad un solo personaggio, Silvio Berlusconi, che, dopo aver affossato l’Italia da politico, sta facendo altrettanto con il Milan.     

A Bergamo come a Villareal

Quasi come triste segno del destino  che il Milan fosse arrivato alla frutta, è volata in campo pure qualche banana, però, contro il malcapitato Constant, e con ben altri significati che nulla dovrebbero avere a che fare con il calcio, questo calcio nostrano che ha proprio toccato il fondo, sotto tutti i punti di vista.  Unanime condanna per questo gesto inqualificabile per il quale, ci si augura, venga individuato il colpevole di quella che non è stata una bravata ma un ennesimo atto di violenza.  A Bergamo come a Villareal,  dove un  precursore tifoso locale aveva lanciato una banana a Dani Alves del Barcellona che, incurante, l’aveva raccolta e mangiata.   

Retrocedono Bologna, Catania e Livorno 

A una giornata dal termine,  dopo l’assegnazione dello scudetto di una settimana fa, il campionato ha emesso un’altra sentenza  per quanto riguarda anche la parte bassa della classifica:  Bologna, Catania e Livorno retrocedono in serie B,  con salvezza immediata di Chievo e Sassuolo.

A nulla è servita la vittoria del Catania a Bologna se non ad agganciare la stessa squadra avversaria trascinandola nell’inferno della B.  Gli etnei, in precedenza, in trasferta, avevano conquistato due soli miseri punti e la prima vittoria fuori non è stata sufficiente a continuare nella tardiva corsa verso la salvezza che li aveva visti strepitosi protagonisti il turno precedente contro la Roma.

Il Bologna, due punti nelle ultime cinque partite, è risultato ancora una volta impotente ma le colpe di questa retrocessione vanno imputate prima ai dirigenti, per le loro continue controversie, e poi alla squadra, peraltro male assemblata, che da gennaio aveva risentito della cessione di Diamanti, l’unico in grado di fare la differenza. 

Il Livorno, nonostante i cambi di allenatori, ha fatto quello che ha potuto, e alla fine, con sette,  sconfitte consecutive, ha esalato l’ultimo respiro, esausto, dopo aver disputato il torneo con giocatori non all’altezza della massima serie.   

Complimenti al Sassuolo, salvo a suon di gol, (quattro alla Fiorentina domenica scorsa, quattro al Genoa ieri); d’altronde con giovani punte come Berardi, Zaza e Sansone, Di Francesco non poteva non  impostare i suoi programmi di permanenza in A  se non con un gioco d’attacco con tutte  le avversarie: gli emiliani, progressivamente hanno convinto tutti che si sarebbero potuti salvare e così è stato.   

Qualche fatica in più per il Chievo, però, al momento opportuno, in quel di Cagliari, i veronesi sono stati bravi ad avere lo scatto vincente per portarsi fuori dalla zona calda e ritrovarsi ancora in serie A.  

Scoppiettante Napoli 

L’undici di Benitez, privo di preoccupazioni come pure la stessa Samp, avversaria di turno, torna a casa con un  spettacolare 5-2 colto a Marassi che equivale al nuovo record di 10 vittorie esterne per la storia interna del Napoli.       

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