Ci siamo! Siano arrivati all’ultima pagina della storia del campione. Domani verrà scritta la parola fine alla mitica carriera, tutta in giallorosso, del capitano della Roma: Francesco Totti.
Una storia d’amore quella di Totti con la sua amata Roma, nata fin dalla nascita, che si è concretizzata a livello professionistico un quarto di secolo fa.
Il debutto, infatti, è precoce, a soli 16 anni sotto la gestione di Vujadin Boskov. Nella stagione 2000/2001 vince lo scudetto con la Roma. Insieme a Montella e Batistuta, costituiscono il “trio delle meraviglie” e sono proprio loro tre a firmare l’ultimo e decisivo 3-1 all’Olimpico contro il Parma, la vittoria che vale il Tricolore. Si tratta del terzo (e ultimo scudetto) che a Roma mancava dalla stagione ‘82/’83. I numeri di Totti sono quasi infiniti: capitano dal 1998, 888 (domani salirà a 889) partite, 334 gol tra Roma (307) e Nazionali (27), mentre con la sola Nazionale A annovera 58 presenze e 9 reti.
La ciliegina sulla torta è arrivata con la conquista della Coppa del Mondo in Germania del 2006, dove ha collezionato 7 presenze, fornendo 4 assist e un gol.
Due sole maglie in carriera: quella della Roma e quella azzurra, della Nazionale. Una fede calcistica ormai diventata merce rara nel calcio internazionale. Mai una situazione che l’ha visto coinvolto al di fuori dall’ambito calcistico. Uomo semplice e con uno spiccato senso dell’humor, fuoriclasse indiscusso sul rettangolo di gioco e timido quanto basta, che lo rende umile al punto giusto, quello che serve per essere un vero campione.
Bandiera, capitano, uomo e leader della squadra giallorossa, punto di riferimento per generazioni di giovani calciatori. È suo il copyright sul “cucchiaio”, imitato, non benissimo, da tanti suoi colleghi.
Totti, semplicità e professionalità. L’immortale è tutt’oggi con il pallone tra i piedi, con lo sguardo del ragazzino che ancora si diverte, proprio come quando aveva 16 anni. Il futuro è domani e c’è tempo per sapere cosa farà da grande!