Basket Nba. Miami in difficoltà, Spurs ringiovaniti, Hornets da playoffs

Terza settimana nella National Basketball Association; e come in quei bellissimi video montati su Nba.com, anche noi di Dazebaonews.it abbiamo optato questa settimana per una Top 10 legata alle dieci franchigie più chiacchierate del momento.

In una discesa a gradini dal Paradiso all’Inferno andremo così a toccare i temi più importanti fini qui evidenziati, parlando di personaggi, delusioni, imprese, e giocatori da mettere sotto le luci della ribalta. Apriamo le danze…

10) LA Clippers (1-10 ad Ovest)
Delusione numero 1; la cenerentola delle cenerentole, persino peggio dei Toronto Raptors (2-9 ad Est), e non ti aspetteresti tali pessimi risultati da una squadra che ha nel proprio roster gente come Kaman, Eric Gordon, Baron Davis ed uno dei rookie più interessanti della Lega (tale Blake Griffin da 16 punti e 10 rimbalzi di media). Ma si sa che le polemiche (Davis) e gli infortuni (Kaman) possono qualsiasi cosa… quindi alcune scusanti ci sarebbero tutte; ciò non toglie che i Clippers restino una realtà misera, uno dei punti interrogativi più grandi all’interno della Nba, a maggior ragione mettendo in risalto, come controparte, i successi dei cugini Lakers. I numeri di Eric Gordon, siamo sui 23 punti + 5 assist ad allacciata di scarpe, sono un contentino scialbo; l’idea di playoffs è tramontata dopo nemmeno un mese. La ricostruzione quanto potrà realmente aiutare & quanti sono ufficialmente i fans rosso-blu? Grida che si disperdono nell’eco… per dei Clippers in crisi e senza (almeno pare) speranza.

9) Houston Rockets (3-7 ad Ovest)
Houston partita con l’intento abbastanza chiaro di tornare ai playoffs dalla porta principale, e da protagonista – vedi il ritorno di Yao (anche se solo 24 minuti a partita), o l’allontanamento di certi giocatori (Ariza) ritenuti scomodi – non si aspettava una partenza falsa, ed invece di ciò ci ritroviamo a trattare. 7 sconfitte, non ultima quella in casa contro i Bulls, non mentono, ed ora la paura è che l’obiettivo playoffs rimarrà solo un miraggio. La squadra di Adelman difatti difende male, non è unita, e troppo spesso in alcuni frangenti del match si spegne di punto in bianco favorendo parziali avversari che indirizzano la partita definitivamente. Inutile si dimostra un sistema offensivo con delle ottime spaziature o una buona circolazione di palla, se poi tutto ciò non viene completato da un sistema difensivo pronto ad arginare momenti di difficoltà in attacco. 107 punti concessi a partita è un dato troppo preoccupante per non spiattellarlo con facce allarmate di fronte a giocatori o media, come anche il soccombere quasi sempre nella lotta a rimbalzo, con gli avversari che vengono lasciati in piena libertà a banchettare nel pitturato Rockets. Nel frattempo Yao si ri-ferma, e il duo Martin (23.5 punti di media) Scola (22 punti, 10 rimbalzi) sembrerebbe l’unico appiglio a cui aggrapparsi. Brooks è ancora in infermeria, la panchina è in affanno… ai tifosi Rockets probabilmente non resterà altro che aspettare, sperare, e pregare. Troppi i problemi che si accavallano in quel di Houston, troppi per essere risolti in modo pratico ed immediato.

8) Sacramento Kings (3-6 ad Ovest) & Memphis (4-8 ad Ovest)
Per certi versi le due realtà – Kings/ Memphis – sono due realtà che si somigliano. Si somigliano per quello che di buono si è visto nella passata stagione; e si somigliano per quanto l’opinione pubblica e la stampa si sarebbero aspettati in questa stagione nuovi step in avanti, alla rincorsa di progetti più ambiziosi e desiderati. Invece sia Kings che Memphis (e qui si somigliano ancor di più) hanno rallentato paurosamente, o per meglio dire hanno frenato senza preavviso, e agli occhi della maggioranza, ora, non sono più quelle splendide realtà che abbiamo potuto ammirare l’anno scorso. 14 sconfitte, 8 per Memphis, 6 per Sacramento, Tyrike Evans (Sacramento) con qualche difficoltà di rendimento e di infortuni dopo il ROY conquistato meritatamente nel Giugno 2010. OJ Mayo per Memphis eclissatosi in mezzo ad un roster dei Grizzlies assai confusionario e poco chiaro. Rudy Gay (sempre sponda Grizzlies) sotto tono, forse per colpa di un contratto principesco strappato durante l’ultima Estate. Rebus in via di scioglimento, forse una delle due realtà troverà la propria via (scommettendo ci sarebbe da puntare sui Kings), per il momento franchigie work in progress, ed è un peccato, visto il materiale che il passato ci aveva mostrato.

7) Portland Blazers (7-5 ad Ovest) & Denver Nuggets (6-5 ad Ovest)
In teoria due squadre da prime 5 posizioni ad Ovest. In pratica due squadre in netta difficoltà, causa infortuni o voci di mercato. Per i Blazers senza dubbio la voce “infortuni” recita un ruolo chiave nella crescita di un gruppo che avrebbe le carte in regola per puntare alle finali di conference. Però siamo onesti, quando la sfortuna ci vede così bene, diventa arduo lottare contro il proprio destino. Aggiungiamo un coach (McMillan) che non sta svolgendo al meglio il proprio compito, ed avremo un quadro della situazione ancora più difficile da decifrare. Le notizie dell’ultima ora parlano di un Brandon Roy con un problema al ginocchio che potrebbe compromettere con ogni probabilità la sua carriera, un cosidetto “bone-to-bone” che fa piangere gli appassionati di pallacanestro, e ancor di più i tifosi di fede Blazers. Non bastasse Oden è fermo ai box, mentre giocatori come Matthews o Fernandez vengono impiegati in modo errato secondo molti tifosi di Portland, i quali non si soffermano su tesi sconclusionate, bensì portano assieme a loro esempi ed analisi delle tante partite “toppate” da McMillan. Ieri notte vittoria in casa Grizzlies per 100 a 99, almeno una boccata d’ossigeno per chi nell’Oregon “sanguina bianco-rosso”!  Se Atene piange però, di sicuro Sparta non ride. Vittoria nella notte per Denver, 120-118 contro i derelitti Knicks (3-8 ad Est), vittoria però che non placa le mille voci che ruotano attorno alla città del Colorado. ‘Melo’ Anthony vuole andare via, Billups non è più quello di una volta, Kenyon Martin & the Birdman fermi ai box per infortuni muscolari, i problemi di salute di coach Karl che non stabilizzano un ambiente che avrebbe bisogno di una mano salda che blocchi ogni mugugno sul nascere. Insomma una bomba ad orologeria che rischia di esplodere da un momento all’altro, e il momento in questione potrebbe essere proprio la cessione di Anthony! Come buttare al vento una stagione potenzialmente da Finals!

6) Oklahoma Thunder (6-4 ad Ovest)
60% in stagione, con 6 vittorie e 4 sconfitte. Se non avessimo visto di cosa sono capaci i Thunder potremmo quasi parlare di una bellissima stagione alle porte. Invece così non è, i Thunder 2010, dopo quel che i Thunder 2009 ci hanno mostrato, devono e possono fare di più. La vittoria in casa dei Jazz qualche giorno fa, con un grande Ibaka a sostenere Durant & Westbrook, è un ulteriore riprova di ciò che stiamo sostenendo. Non si mettono in difficoltà i Lakers, per caso, nei playoffs, non si arriva (e qui parliamo di Durant che in stagione viaggia a 28.4 punti di media) a vincere un premio di MVP stagionale per puro caso. Ci si arriva con l’applicazione, con un gioco di squadra da rimarcare, con un playmaker (e qui parliamo di Westbrook fermo a 23 punti e 7 assist di media) che prenda in mano i propri compagni e li riesca a guidare verso traguardi impensati, sia al livello di squadra che a livelli personali. I Thunder sono lontani da ciò, parla il campo per loro, parlano le sconfitte casalinghe da squadra immatura raccolte contro Spurs & Celtics. Credevamo fossero già arrivati, ed invece ci sbagliavamo. Ma una stagione come questa può essere utile al riguardo, e le tre settimane fin qui svolte riassumono una sintesi infallibile riguardo al passato, presente e futuro per questi Oklahoma giovani, freschi ed arrabbiati.

5) Miami Heat (6-4 ad Est)
Lebron-Wade-Bosh, qualcuno ad inizio stagione azzardò “ne vinceranno più dei Bulls del 72-10”. Altri annuirono. Altri ancora rimasero in silenzio. I fatti, contro ogni pronostico, dopo 3 settimane, ci mostrano dei Miami Heat in difficoltà, difficoltà nell’affrontare play di grande livello (vedi sconfitte contro i Celtics di Rondo, i Jazz di Williams, o gli Hornets di Paul), difficoltà nel contrastare gli avversari di turno sotto le plance, con secondi tiri concessi troppo facilmente. Difficoltà nel collocare Bosh all’interno degli schemi offensivi di squadra (Mr. Chris Bosh che ha abbassato e non di poco le statistiche personali, con 14 punti e 6 rimbalzi, rispetto ai 20+10 del periodo in maglia Raptors). Problemi sono sorti anche nella gestione del duo Wade-Lebron, visto che da soli, mentre l’altro è in panchina, sembrano rendere il doppio di quando si trovano fianco a fianco sul parquet. Wade si è relegato a tiratore di lusso, mentre Lebron risulta essere diventato playmaker occulto nell’80% dei possessi Heat. Quasi 25 punti di media per Wade, 22.8 punti, 9 assist e 5.6 rimbalzi invece per Lebron James. La panchina fa il compitino che gli spetta, e nonostante ciò… le sconfitte contro 3 squadre da playoffs sono piombate in casa Heat come un fulmine a ciel sereno. C’è una risoluzione per la convivenza James-Wade? Bosh può difendere meglio di come sta facendo? I Celtics (due volte vincitori contro gli Heat in questo inizio di stagione) hanno aiutato Miami nel suo processo di strutturazione? E sono battibili in sette gare, in ottica PO? A dirla tutta i tempi per il 73-9 sono ancora disponibili. Sarà interessante capire pure quale ruolo rivestirà ora il buon Pat Riley, nel momento del bisogno, nel momento in cui si costruisce una squadra in grado di vincere un titolo Nba. Le lancette scorrono inesorabili. Ai posteri l’ardua sentenza.

4) Golden State Warriors (7-4 ad Ovest)
Warriors al momento una delle sorprese della stagione 2010. Nessuno dopo 3 settimane avrebbe scommesso un euro sui GSW a quota 7 vittorie e 4 sconfitte. Ma come spesso accade chi scommette, finisce per perdere i suoi soldi. I fatti parlano, dopo la partenza di Nelson, di Warriors più concreti, più attenti a rimbalzo, più con l’istinto killer (vedi W a New York) nei finali tirati. Parlano anche di una coppia di guardie che sta facendo strabuzzare gli occhi a tutti i giornalisti o media che gravitano intorno alla Lega più spettacolare del mondo. Monta Ellis & Stephen Curry. Per Ellis 26 punti di media + 4 assist e 4 rimbalzi a partita. Per Curry, sophomore di richiamo, 19 punti, 6 assist e 3.3 rimbalzi di media, conditi da una gestione della squadra ottima, quando si ritrova la palla tra le mani, e ricopre il ruolo del play. Ma non solo i due in questione, infatti David Lee si sta dimostrando, infortunio a parte, un ingranaggio fondamentale all’interno della macchina Warriors, ed i suoi 14 punti & 11 rimbalzi di media stanno dando una grossa mano nel pitturato della Baia. Pure Dorell Wright (arrivato da Miami) sta giocando una season positiva fin qui, raccogliendo di media qualcosa come 15 punti, 5.5 rimbalzi e 2.4 assist. Forse finiranno per cadere in basso con l’andare avanti dei mesi, ma il presente è da gustare, ed i tifosi Warriors non si faranno scappare questa ghiotta opportunità cestistica.

3) Boston Celtics (8-2 ad Est)
Vecchi, indigesti, antipatici, eppure primi nella Eastern Conference. Record positivo, a maggior ragione se si pensa che sono state affrontate realtà di prima fascia come i Bulls (6-3), gli Heat (6-4), i Thunder (6-4) ed  i Dallas Mavericks (7-2). Rajon Rondo sempre più leader con numeri spaventosi dalla sua parte, parliamo di 10 punti, 15 assist e 5 rimbalzi di media, roba da far girare la testa. Statistiche generali di grande impatto se contiamo le cifre di Pierce (21 punti, 5.4 rimbalzi), Ray (18.8 punti e 3.3 rimbalzi), KG (15.4 punti e 10.8 rimbalzi) e Davis dalla panca (11 punti +5 rimbalzi di media). La difesa non accenna a perdere colpi, e la concentrazione è stabile nel gruppo, forse desiderosa di centrare il risultato “fattore campo” in vista dei lontani playoffs. Effetto infortuni (out al momento Jermaine O’Neal e Marquis Daniels) dietro l’angolo. Ma la questione non toglie per il momento il sonno a Doc Rivers, che ha dalla sua un roster ampio e coperto in ogni ruolo. Mercoledì dovrebbe rientrare contro i Wizards persino Delonte West per dare il suo apporto nello spot di play/guardia. Miglioramenti globali anche alla voce “rimbalzi”, ma era da prevedere con l’inserimento di un grande campione come Shaq, e con il costante miglioramento di Glenn Davis (che tutt’ora è al vertice della lega per sfondamenti presi). Si naviga a vista, ma senz’ombra di dubbio per i tifosi Celtics è un dolce navigar.

2) New Orleans Hornets (8-1 ad Ovest)
Chris Paul riporta I suoi colleghi a scuola, e lo fa dall’alto di una classifica che sorride a New Orleans. Dati per spacciati nella corsa ai PO ora gli Hornets si ritrovano in vetta alla Western, con un gioco che convince, durezza difensiva, e alcuni giocatori (Stojakovic, Okafor) rinvigoriti da un “progetto Hornets” nuovo di zecca. Si è puntato su Ariza (difesa e punti pesanti per 10 punti e 5 rimbalzi di media complessivi), su Belinelli (il nostro Marco) per il tiro in uscita dai blocchi, sul rilancio di West-Okafor sotto i tabelloni, ed i risultati stanno dando ragione allo staff dirigenziali di New Orleans. Chris Paul, primo provvisorio nella corsa al trofeo di MVP stagionale, scrive statistiche impressionanti sul suo tabellino: 17.6 punti, 10 assist, e 5.2 rimbalzi di media a notte. David West lo segue a ruota con 16 punti e 6 rimbalzi a partita. Buono il fatturato difensivo con 90 punti subiti a fronte dei 98 di media realizzati. Più che discrete le percentuali dal campo, con gli avversari tenuti sotto il 30% da tre punti. Difficile fare meglio di così, ma al meglio, come al peggio, no c’è mai fine, e Chris Paul questa cosa la sa molto bene.

1)San Antonio Spurs (8-1 ad Ovest)
Belli da vedere, i San Antonio Spurs 2010-2011 fanno parlare di se. Primi ad Ovest con New Orleans. Spietati per certi versi come gli Spurs dei quattro titoli. Un Duncan usato in maniera sapiente da Popovich (che si conferma uno degli allenatori più bravi della Lega). Tony Parker e Ginobili – rispettivamente 18.3 e 21.3 punti di media a partita – brillanti come non succedeva da parecchie stagioni. Insomma San Antonio sulle ali del vento, grazie al sistema Popovich che tradisce raramente, grazie ai vecchi saggi (McDyess in primis), ma soprattutto grazie ad un giovane gruppo ricostruito su Hill, Blair, Neal, Splitter, e Anderson. Si vince, e si convince, si superano rivali di corsia, e si punta ad uno spot utile in ottica post-season. 101.8 punti concessi a serata, ma oltre 109 realizzati, per un attacco Spurs lucido nella circolazione di palla, e ancor più lucido nelle giocate singole del duo – già citato – Ginobili/Parker. Richard Jefferson dato per perso qualche mese fa, e segreto misterioso di questi nuovi Spurs, si sta riscoprendo sia attaccante letale dall’arco (17.6 punti ad allacciata di scarpe), sia discreto difensore sull’uomo, e ciò non può che far contento lo stesso Pop, alla ricerca dell’assetto migliore in vista di scontri che potrebbero risultare decisivi. Mostruoso Matt Bonner nella percentuale da 3. Stiamo intorno all’80%, e in una delle ultime uscite, il buon Matt non si è fatto mancare una prestazione balistica da 7/7 dall’arco, roba “alla Ray Allen” per intenderci. Qualcuno rimane fermo sulla  posizione che questi Spurs non possano impensierire i Lakers (9-2 ad Ovest) campioni in carica e copertissimi in ogni reparto, ma se il buon giorno si vede dal mattino… allora gli Spurs attuali reciteranno un ruolo da protagonisti alla conquista del titolo Nba 2011.

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