Basket Nba. Heat a valanga su Phoenix, San Antonio W di forza contro Chicago

Dieci partite ieri notte, in una tiepida giornata Nba, con qualche sussulto, e risultati prevedibili nella maggior parte dei campi. Si riscattano gli Heat; prosegue la marcia trionfale di San Antonio (9-1), mentre i Celtics danno il ben tornato a Delonte West, che si ripresenta ai vecchi tifosi con 12 punti, 4 rimbalzi e 5 assist in 20 minuti di gioco.

Miami Heat – Phoenix Suns 123 -96
Valanga Heat seppellisce Phoenix. Suns che per una questione strutturale in partite come questa soffre la mancanza nel pitturato di un lungo che possa fare la differenza a rimbalzo ed in difesa; se poi nemmeno le triple entrano, tutto diventa dannatamente impossibile in un palazzetto dove giocano contemporaneamente Lebron James (stanotte a quota 20 punti, 9 assist e 8 rimbalzi), Dwyane Wade (17 punti +6 assit) e Chris Bosh! Rimanendo su Bosh segnali di risveglio dal pianeta Bosh, finalmente il lungo di Miami piazza una partita convincente, e spazza via per il momento le critiche a suon di 35 punti, 6 rimbalzi e 12/17 dal campo. Ogni voce statistica dice “Heat”. Lo scarto, per quello che si era visto nel primo quarto, è persino troppo severo, ma il risultato non cambia; Miami ha giocato una partita convincente, quel tipo di partite che gli servono per sbloccarsi definitivamente e rimandare al mittente gli attacchi dei media, che vedono Miami come squadra incompiuta e costruita male.

Detroit Pistons – LA Lakers 90-103
Altra asfaltata della notte. I Pistons inguardabili non riescono quasi mai ad impensierire i meccanismi Lakers, e la partita scorre via veloce, tra esecuzioni perfette dei Los Angeles, e le rotazioni di Zen che accontentano più o meno il roster al completo. Bryant, Odom & Gasol sugli scudi. Per Kobe 33 punti, 9 rimbalzi e 4 assist. Odom scrive una doppia doppia da 15 punti & 14 rimbalzi. Per il lungo catalano invece 25 i punti +12 rimbalzi e 10/17 dal campo. Detroit vaga nel nulla, difficile imbastire qualche tesi sulla presente situazione, sia in attacco che in difesa, dove i 42 rimbalzi catturati a 55 sono una statistica esplicita, è difficile trovare terreno per delle scuse credibili. Dumars come stanno le cose? Come si può ridurre così’ una franchigia storica quale Detroit?

Boston Celtics – Washington Wizards 114-83
Manca John Wall per infortunio, ma la cosa non sembra interessare ai Celtics, che concentrati come se di fronte avessero i Lakers giocano una partita attenta e scrupolosa; con picchi d’adrenalina ed una esecuzione balistica di prim’ordine. Già alla fine del primo quarto il vantaggio tocca la doppia cifra; ma è nel secondo quarto nella rotazione tra panchina e titolari che i Celtics stritolano i Wizards fino al +16. Dominio a rimbalzo, nelle palle rubate, nelle esecuzioni dei giochi. Per Washington non c’è scampo. Grandissima prestazione per lo starting five: Pierce scrive 23 punti con 3/4 da tre; lo seguono a ruota KG (18+7), Shaq (13 punti e 6 rimbalzi) e ovviamente Rajon Rondo, che sigla l’ennesima doppia doppia da 12 punti e 13 assist. Ray chiude il quintetto con 11 punti e 5/8 dal campo. Nella ripresa la forbice si allarga, i Celtics toccano prima il +25, poi arrivano fino al +33. Largo spazio alle seconde linee, con Robinson (5 punti), Erden (9 punti) e Daniels che già avevano ben figurato nel primo tempo. C’è persino tempo per rivedere in campo Luke Harangody (2 punti in 3 minuti) e rivedere sul maxischermo quel “Gino” simbolo di Boston che tanto galvanizza la panchina di Boston! Ah dimenticavo, debutto con stile per Delonte West, che regala ai tifosi trifoglio una ottima prova da 12 punti, 5 rimbalzi, 4 assist e 5/7 dal campo.

San Antonio Spurs – Chicago Bulls 103-94
I Bulls sono davvero una squadra temibile, e gli Spurs lo provano sulla loro stessa pelle. Nel primo tempo sofferenza vera per gli uomini di Popovich con i rossi di Chicago che spingono sull’acceleratore e toccano il +17 nel silenzio assoluto dell’AT&T Center. Rose predica basket (33 punti con 15/27 dal campo), e Korver + Brewer con un buon primo tempo lo seguono a ruota scrivendo a testa 10 punti. San Antonio limita i danni e chiude sotto di 10 ad apertura terzo quarto. Nel secondo tempo il match cambia volto. Gli Spurs più aggressivi piazzano un parziale di 13-0 e spezzano le gambe ai Bulls. A rimbalzo il ciclone nero-argento mette in difficoltà pure due lunghi atletici come Gibson & Noah. Gli Spurs euforici non sbagliano nulla: Duncan 16 punti + 18 rimbalzi, Ginobili 20 punti e 5 assist, George Hill 14 punti + 4 preziosi rimbalzi. Chicago prova a rientrare sempre con Derrick Rose, ma gli errori grossolani al tiro di Deng (18 punti, ma 1/6 da tre) e i liberi sbagliati da Noah sono fattori troppo pesanti per non avere un significato all’interno del piano partita allestito da Thibodeau. San Antonio ringrazia ed intasca la nona W. La marcia in vetta all’Ovest riparte.

New Orleans Hornets – Dallas Mavericks 99-97
“La vendetta è un piatto che va servito freddo”. Così afferma il detto; e così hanno deciso di fare in casa Hornets. Visto che prima hanno lasciato sfogare i Mavericks (6 triple nel primo quarto, e +10 nel corso del secondo periodo), e poi nella ripresa aumentando i ritmi, hanno messo in moto, via Chris Paul (20 punti +11 assist), i vari tiratori (vedi Belinelli con 17 punti) e David West (17 punti e 6 rimbalzi) in zona “guerra aperta a Dirk Nowitzki”. Dirk che seppur limitato dai falli e odiato dal pubblico gioca un’ottima partita, scrivendo 29 punti e 9 rimbalzi. Il finale ricorda il match di qualche giorno fa (vinto dai Mavs a Dallas), con il risultato che questa volta si inverte a favore degli Hornets, meno colpevoli di sciocchi errori o turnovers incredibili. Barea sbaglia da sotto un canestro fatto, Nowitzki stesso si fa rubare la palla della possibile vittoria. Giornata no dunque per la Franchigia di Cuban (ferma ad un record di 7 vittorie e 3 sconfitte), che forse in questo tipo di occasioni è troppo legata al tedesco oppure alla mano calda di Jason Terry (per lui stanotte 16 punti e 7 assist) che non sempre può salvare capre e cavoli.

Oklahoma Thunder – Houston Rockets 116-99
Precipizio Rockets. Houston regge un tempo, frena per quel che può l’esuberanza Thunder (+11 dopo 24 minuti), sfrutta fino allo sfinimento il pick’n roll con Scola (26 punti, 8 rimbalzi), o le zingarate di un Kevin Martin da 19 punti in 25 di gioco, ma come la carrozza che diviene zucca a mezzanotte crolla sul più bello rendendo la vita facile a dei Thunder – quando vogliono e possono – elettrizzanti ed elettrizzati, dopo il successo esterno in casa dei Jazz. 24 punti per Kevin Durant, 21 e 12 assist per Westbrook. Ibaka e Kristic ne aggiungono 11 a testa +15 rimbalzi in coppia. Per i Thunder (record di 7-4) vittoria anche a rimbalzo, e negli assist (26-18), con le percentuali da 2 e da 3, che volano al 50 e 41%. Per i Rockets seconda L in fila su cui meditare, sempre se meditare sia la cosa giusta da fare, in frangenti simili.
Altre partite della notte: tornano alla vittoria i New York Knicks espugnando il campo di Sacramento per 113-106 (27 punti a testa per Stoudemire & Gallinari). Vittoria interna per 98-88 firmata invece dai Jazz ai danni dei Nets (23 punti, 8 assist per Deron Williams). Successi infine per Minnesota & Toronto. Minnesota batte i Clippers, in casa, per 113-111. Toronto al contrario espugna il campo dei Sixers 94-86, con un super Andrea Bargnani da 30 punti e 7 rimbalzi.

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