Filovia di Pescara: storia di una piccola TAV

PESCARA – Cittadini sul piede di guerra contro un’amministrazione che fa orecchie da mercante per quanto riguarda un progetto irregolare.

É la storia di una filovia assolutamente inutile che costa decine di milioni di euro stanziati dalla Regione mentre l’Aquila piangeva i suoi morti. Ma i lavori non si fermano e si affaccia il pericolo di una piccola TAV.

La filovia di Pescara, secondo il progetto iniziale, avrebbe incentivato l’uso del mezzo pubblico favorendo anche il turismo balneare. Il tracciato infatti percorreva la costa per ben 22 Km, da Francavilla al Mare fino a Silvi Marina. Una novità per una città che già allora affogava nello smog. Correva l’anno 1992.
Inizialmente non era nata l’idea di una filovia, ma di un autobus alimentato a corrente elettrica. In quel momento storico il progetto avrebbe favorito la trasformazione della città di Pescara in una città “ecologica”, attenta all’ambiente e intenzionata a penalizzare l’uso del mezzo privato. Il progetto però veniva rimandato di anno in anno perché i costi erano troppo elevati. All’epoca l’appalto era di 62 miliardi di lire esattamente come oggi (31 milioni di euro). Ma se prima un metro di filovia costava 1400 euro, oggi ne costa 6.200. Cosa è cambiato nel frattempo? Loredana di Paola, segretaria del WWF Abruzzo, ci fa il riepilogo della situazione.

In 18 anni sono effettivamente cambiate tante cose, soprattutto quelle principali: la politica, la ditta appaltante ed il progetto. Il tracciato infatti si è ridotto a poco più di 5 km e non prevede più un tram, ma una filovia che sarà realizzata al posto dell’unica pista ciclabile a norma della città di Pescara: la cosiddetta “Strada Parco” che nasce dall’ex tracciato ferroviario pescarese.
Poi arrivò l’euro che provocò uno stravolgimento anche nelle casse comunali e regionali. I soldi non bastavano.
Ma il 30 Ottobre 2009, la GTM (Gestione Trasporti Metropolitani) annuncia il nuovo progetto filovia La Regione, “alla faccia della crisi”, stanzia 31 milioni di euro per una filovia lunga appena 5 km, da Pescara a Montesilvano. La ditta che si è aggiudicata il nuovo appalto è la Betty Balfour.

Ed i restanti 17 km? La GTM Abruzzo rassicura i cittadini pescaresi: “la filovia coprirà anche le zone balneari che vanno da Francavilla al Mare a Pescara e da Montesilvano a Silvi Marina”. Cambia “solo” il tracciato a causa della speculazione edilizia, ma coprirà ugualmente i medesimi comuni previsti nel 1992 seppur con delle differenze. Infatti la filovia andrà a filo-conduzione solo nella Strada Parco, lunga 5 km. Per il resto del percorso si muoverà a gasolio. Nonostante ciò la GTM e la Regione, continuano a propagandare la scelta di un progetto rispettoso dell’ambiente.
Ma quel percorso è già coperto da ben due autobus e non è tutto: gli impianti di elettrificazione saranno costruiti necessariamente a ridosso degli appartamenti per mancanza di spazio. Una situazione che aumenta il rischio di elettromagnetismo poiché anche se l’isolante dovrebbe ridurre (e non eliminare) il rischio elettromagnetico in un ambiente aperto, questo tipo di precauzione non avrebbe sicuramente i suoi effetti nel caso i pali fossero troppo vicini.

Come buttare 31 milioni di euro in periodo di crisi” questo lo slogan dei cittadini pescaresi contrari alla filovia. Per dare il buongiorno al progetto il 2 Ottobre 2010 scesero in strada in 3.000! 10.000 le firme depositate per frenare il progetto. Dopo 18 anni di richieste, il 18 Novembre si ha il fatidico confronto tra comitati, associazioni e amministrazione. L’Ing. Sorgentone dell’Associazione Strada Parco propone di spostare il tracciato su via Caravaggio contestando anche il fatto che la filovia andrà in gran parte a gasolio mentre l’80% dei costi sarà per gli impianti di elettrificazione. Cifre davvero anomale per una filovia di 5 km!
E chi pagherà i costi di manutenzione? E con quali soldi saranno realizzati gli altri 17 km? La GTM annuncia che la filovia costerà 1,5 milioni di euro l’anno e ne guadagnerà 2,1 milioni. I cittadini invece hanno le idee ben chiare: dopo aver analizzato numerosi progetti di altre filovie costruite in Europa in luoghi anche più urbanizzati della città di Pescara, sono giunti alla conclusione che la Filovia ricaverà il 20% di quel che occorre per mantenerla. A pagare tutto il resto dunque saranno i cittadini abruzzesi già distrutti dal terremoto.

La protesta diventa forte e non si ferma. I cittadini del comitato NO FILOVIA organizzano un presidio permanente in zona Naiadi. La Betty Balfour fa una querela contro ignoti a causa del blocco dei lavori. Dopo un giorno il gazebo viene bruciato ed il comitato si sposta più avanti continuando la sua lotta. Ma la politica non li ascolta.

Le irregolarità nel progetto erano intuibili, ma sono finalmente emerse grazie all’Associazione Marelibero che ha reso pubblici alcuni documenti.
In primo luogo manca il Nulla Osta preliminare sulla Sicurezza (ex-art.3 DPR 753/80), necessario per l’avvio dei lavori e questo dovrebbe già bastare per bloccarli. Ma non è tutto: infatti il Ministero dei Trasporti fa delle importanti precisazioni concernenti il rispetto delle norme del traffico pedonale. Deve essere garantito il marciapiede largo 1,5 mt dall’uno e dall’altro lato (DM n.5 del 5-11-2001). Il Comune fa anche notare che il marciapiede lato mare non rispettava questa norma. Ma la filovia lo annullerebbe completamente. Questa soluzione lascia totalmente attoniti i membri dell’associazione Marelibero che si chiedono: ma come faranno i residenti che accedono alle proprie abitazioni tramite gli ingressi che affacciano su quel marciapiede? E qual è il progetto per la sicurezza di quelle abitazioni che vedranno la Filovia costruita proprio a ridosso di quei palazzi?
Inoltre la circolazione dei pedoni deve essere protetta tramite labirinti, percorsi ecc… In sostanza non si può eliminare la priorità del “percorso pedonale con un uso promiscuo della Strada Parco”. Ma l’amministrazione totalmente incurante di questa disposizione ministeriale ha comunque dato l’avvio ai lavori pur non avendo nemmeno la valutazione di impatto ambientale. L’associazione Marelibero ha mandato così l’ennesimo sollecito alla Procura della Repubblica di Pescara.

Il 10 Novembre Michele Russo, Presidente della GTM, ha precisato che i lavori non posso essere soppressi in quanto sono stati già finanziati e sono in corso di realizzazione. “La buona notizia” è che è stata fatta un’asta al ribasso ed i costi sono calati di ben 6 milioni: “l’opera costerà 25 milioni invece di 31 e coinvolgerà solo il tratto Pescara-Montesilvano. La restante parte verrà finanziata tramite i Fondi Fas”. Ma la dichiarazione di Russo è stata smentita subito dopo dal consigliere regionale del Pdl Lorenzo Sospiri, il quale afferma che i fondi FAS, ridotti del 40%, “riguardano le linee degli autobus e non gli investimenti relativi alla costruzione di nuove infrastrutture, come nel caso della filovia”.

Il problema è che se i costi resteranno questi, l’intero tracciato della filovia verrà a costare oltre 120 milioni di euro!
Afferma Loredana Di Paola: “Come cittadini ci sentiamo presi in giro perché nessuno oggi ci parla di impatto ambientale o di cosa sarà dell’unica pista ciclabile a norma. Noi sappiamo che verrà spezzettata da banchine lunghe 20 metri. Inoltre questo piano non ci sembra integrato con una politica urbana che faccia sapere alla cittadinanza in che modo verranno ridotte le emissioni delle auto e, soprattutto, non ci informa dei rischi. É solo un progetto vecchio e antico che coinvolgerà le tasche e la salute dei cittadini”.

 

 

 

Il video della manifestazione

 

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