Era il poeta del gol, il Cruijff italiano, l'alfiere di quel tremendismo granata che negli anni Settanta ritrovò per l'ultima volta i fasti perduti a Superga in quel maledetto schianto aereo che costò la vita a una delle compagini più forti di tutti i tempi.
È inutile prendersela con il povero Ventura e con i suoi ragazzi, massacrati per 3 a 0 dalle furie spagnole che hanno letteralmente egemonizzato la serata di ieri al Bernabéu, in quanto non sarà certo lo scaricabarile a farci uscire dalle secche nelle quali ci siamo incagliati ormai da anni. L'Italia del calcio è lo specchio fedele di un paese in guerra con se stesso: diviso, dilaniato da mille polemiche inutili, stremato dall'incertezza e dalla rabbia e, purtroppo, quasi per nulla competitivo in ambito internazionale. Nel campo sportivo non va meglio.
Un fuoriclasse, un campione assoluto ma, soprattutto, un uomo di grande valore: un Pallone d'oro che nel 2006 scelse di seguire la Juve in Serie B per assecondare le ragioni del cuore, ovviamente in contrasto con quelle del portafoglio e della carriera.
Non gioca più ormai da qualche anno ed è un peccato, in quanto Thierry Henry, soprannominato "Titì", è stato senza dubbio uno dei più grandi campioni degli ultimi vent'anni.
Spiace dirlo, ma la Juve ieri sera all'Olimpico, di fatto, non ha giocato. È rimasta con la testa e il corpo a Cardiff, prigioniera dei suoi veleni, delle sue polemiche, di screzi e amarezze mai davvero chiariti durante e dopo la disfatta patita contro il Real Madrid e, soprattutto, della sua mancata accettazione di un verdetto amaro.
Abitualmente il mese di agosto segna il grande ritorno del campionato di calcio di serie A, che in genere coincideva con l’ultima domenica di vacanze, segnando in qualche modo la fine delle ferie per molti italiani. Le cose, come avete potuto già notare, sono cambiate moltissimo, nel corso del tempo. Così tra anticipi, posticipi e quant’altro, la formula standard è andata definitivamente in cantina, e quest’anno lo si nota maggiormente per via dell’inizio di campionato a metà agosto.
E son novanta, cara Roma, "core" e anima di una città che, da alcuni anni, sta attraversando uno dei momenti peggiori della sua storia millenaria. Novant'anni di Roma calcistica, novant'anni di campioni e di emozioni, novant'anni di un tifo caldo, passionale, unico, innamorato di un sogno e di un'idea più che di una prospettiva concreta, in quanto le vittorie della squadra giallorossa sono sempre state sporadiche e quasi mai hanno varcato i confini nazionali.
Partecipando al fenomeno delle reti umane è inevitabile trovarsi spesso legati a certi nodi voluti con forza dalla condivisione. L’abbraccio emotivo con gli individui sparsi per il mondo è indubbiamente...
La scrittura di Erri De Luca è da sempre impregnata di vita vissuta, di immagini, di profumi e ricordi; è una tessitura fortemente autobiografica che diviene, in alcuni casi, solco...