Route du Rhum, un bilancio positivo per l’Italia

Argento all’ italiano Andrea Mura e oro a una donna francese Anne Caseneuve, che vince nella Classe Rhum 

MILANO – Argento per i cagliaritano Andrea Mura  alla  Route du Rhum 2014,  Saint- Malo- Guadalupe, arrivato al traguardo dopo 20 giorni, 2 ore 19 minuti 36 secondi di navigazione, combattuti tra le insidie di condizioni climatiche inclementi, lo skipper sardo  ha resistito infatti  alle burrasche tra la Manica e l’Atlantico Settentrionale ed è stato invischiato dalle zone morte delle Azzorre, dove la mancanza di vento ha rallentato la sua corsa verso  Guadalupe. 4 anni fa per la prima volta nella storia della corsa  lo skipper italiano  con  la sua barca  “Vento di Sardegna”, è stato il  primo italiano vincitore della mitica traversata oceanica. Ma Andrea Mura guarda già  avanti, alla Vendée Globe 2016, il giro del mondo in solitaria non stop. “Partecipare al Vendée è il sogno di ogni velista oceanico. Ho finalmente l’opportunità di cimentarmi con questa impresa e la porterò avanti per me, per il mio popolo e per la mia terra”.L’imbarcazione con cui correrà Mura verrà costruita ex-novo e sarà un IMOCA 60 (18.28 mt), la più lunga della categoria Yacht. 

 Ad avere la meglio su di lui in questa decima edizione della Route du Rhum la francese Anne Caseneuve, una donna  che ha l’oceano nelle vene:. “io corro perchè la Route du Rhum è la mia corsa del cuore, la mia prova preferita, dura, difficile ma geniale”.  raccontava prima di partire la skipper bretone “traversare l’Oceano Atlantico in novembre in solitaria non è certo una passeggiata. bisogna fare iconti con le depressioni sul golfo di guascogna. diceva prima di parire ” In questa corsa il vento era sostenuto Ma alla passione non si comanda.  E  la passione l” ha messa sul podio più alto nella corsa in solitario più mitica del mondo da Saint Malo a Guadalupe lei sola con il suo trimarano Aneo di colore arancio, una barca mitica nata dall’assemblaggio di altre barche emblematiche della Corsa al largo,per la prima volta, infatti ha sempre corso nelle precedenti edizioni all’insegna del colore rosa dellle sue barche. nel 2002 nella classe multi 50 era arrivata seconda. 

Non è una navigatrice come le altre Anne Caseneuve, 50 anni,  la sola donna alla sua   quinta Route du Rhum,  dal 1998 non ha mancato un’edizione della più mitica transoceanica del mondo,   un carattere forte, duro, una vera bretone, il mare è anche  la sua professione, la sua vita.Del resto Anna ha respirato il mare fin da bambina, ha iniziato a fare vela a 4 anni,  ogni giorno, durante l’infanzia trascorsa tra l’Africa e il Golfo di Morhiban e dellla sua passione ne ha fatto una professione. ” il mare è una parte integrante della mia vita”.con il suo compagno christophe houdet ha creato un’impresa che propone crociere a bordo di trimarani da corsa dal Mediterraneo, all?Oceano Atlantico fino alle Antille francesi e trasmette la sua passione per la vela. Unica donna ad aver partecipato per ben 5 volte alla route du rhum” “Questa sarà per me l’ultima Route du Rhum” ha confessato la skipper francese.

L’Italia era rappresentata nella mitica traversata anche dal giovane skipper fiorentino Giancarlo Pedote e dall’italo-francese Alessandro Di Benedetto entrambi  non hannocerto  avuto la ruota della fortuna dalla loro parte.

Giancarlo Pedote arriva infatti decimo, purtroppo il primo giorno  di regata non ha avuto molta fortuna, per ’esplosione dell’hook della trinchetta la prima sera di navigazione ha richiesto al velista italiano di salire in testa d’albero con oltre 20 nodi e mare mosso per liberare la vela; l’imbroglio della borosa che impediva di dare la terza mano di terzaroli mentre soffiavano 40 nodi di vento. Fantastica e il suo skipper sono restati  per uno scalo tecnico di 5 ore a Roscoff (che sono in realtà 12, se contiamo i cambi di traiettoria per rientrare e lasciare il porto. Ha poi recuperato dalla 40sema posizione “Credo di aver dimostrato due cose in questa regata. Di andare veloce e di andare nella parte giusta. I problemi sono derivati dal fatto che non è possibile preparare una regata di questa portata in due mesi e mezzo” “L’esperienza sulla barca fa grossa differenza. Approcciare una Route du Rhum dall’inizio del ciclo, (una stagione di Class 40 dura 4 anni- ndr), permette di effettuare numerose regate in doppio che danno la possibilità di fare degli errori e capire come risolverli e prevenirli in due“Ad ogni modo sono contento di aver potuto partecipare alla Route du Rhum, una delle regate più importanti per un navigatore in solitario. Per me è stato un regalo inaspettato ricevuto da Lanfranco Cirillo, che ringrazio con tutto me stesso”. 

Il terzo italiano in gara  Alessandro Di Benedetto tagliava il traguardo della Route du Rhum, sesto nella classe degli Imoca 60, i monoscafi Open di 18 metri di lunghezza. Di Benedetto, italo-francese (padre siciliano, madre francese) ha chiuso sesto della classe Imoca e ha impiegato 16 giorni, 11 ore, 4 minuti e 30 secondi per completare 3542 miglia del percorso da Saint-Malo all’isola caraibica. Unico navigatore della classe Imoca in gara con una imbarcazione di vecchia generazione (varata nel 1997) e dotata di chiglia fissa, mentre tutti gli altri potevano contare sulle prestazioni di scafi con chiglia basculante, Di Benedetto con il suo Team Plastique-AFM Téléthon, fin dalla partenza, è stato bersagliato da una lunga serie di avarie alla barca, la  rottura di un timone che il navigatore è riuscito a riparare senza essere costretto a dare forfait, ma anche fisici, una tendinite un’intossicazione e in una giornata particolarmente dura, cadendo in coperta, si è infatti procurato una brutta contusione all’osso sacro e relativo mal di schiena che l’ha tormentato per tutta la regata. In questi giorni arriveranno gli ultimi concorrenti, ma a Pointe Pitre si stanno già  spegnendo i riflettori, l’appuntamento a Saint Malo a nel 2018.

 

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