Alenia/Finmeccanica: arrivano i tagli ai dipendenti torinesi?

TORINO – L’inchiesta Enav-Finmeccanica è l’ennesima vicenda di corruzione all’interno di aziende che rappresentano per fatturato e per importanza strategica la spina dorsale del nostro Paese.

Ci sono manager spietati disposti ad inventare qualunque sistema pur di gonfiare fatture ed accumulare fondi neri da piazzare in qualche paradiso fiscale nel mondo, tanto a farne le spese sono sempre i cittadini. Ci rimettono proprio tutti: coloro che non hanno rapporti diretti con Finmeccanica perché l’azionista di maggioranza della società è il Tesoro e i dipendenti dell’azienda guidata da Guarguaglini. Già, perché è stato diffuso oggi un comunicato che esprime timori per l’occupazione e chiede investimenti per la sede torinese di Alenia Aeronautica (controllata di Finmeccanica).

Mentre una settimana fa sono state decretate 787 mobilità negli stabilimenti campani, nella sede di Caselle aumentano i malumori e le preoccupazioni: in vista c’è il trasferimento di circa 1400 lavoratori da Torino – Corso Marche, ma all’orizzonte a fronte di «aspettative di rafforzamento dello stabilimento» permangono «forti preoccupazioni per il suo mantenimento e sviluppo futuro». I lavoratori hanno notato una scarsa programmazione e temono che ciò possa avere «riflessi negativi sui livelli occupazionali, in particolare per le attività di produzione e progettazione». Come al solito, però, quando una azienda di queste dimensioni non pensa al futuro a rimetterci sono veramente tante persone. Oltre ai dipendenti diretti, infatti, rischiano tutti coloro che lavorano con le commesse, come si legge nel comunicato. «Analogo malessere è presente nelle aziende collegate, la Sia in primis, oltre che in quelle dell’indotto. Negli ultimi anni Finmeccanica ha prevalentemente orientato i suoi investimenti in Alenia su programmi che non si sviluppano a Caselle, contribuendo in assenza di programmi alternativi e senza adeguate garanzie sul piano di integrazione con Aermacchi, ad un ridimensionamento tendenziale dello stabilimento di Caselle».

A Torino lavorano circa 3300 dipendenti Alenia: 1839 a Caselle, (1001 operai ed 838 impiegati) e 1463 a Torino – Corso Marche (tutti impiegati). Nelle scorse settimane sono state decretate 162 mobilità ed in vista ci sono altrettanti pensionamenti agevolati. «Dai primi mesi del 2013 – dichiara Walter Frank della Fim-Cisl di Torino – il polo torinese, i cui margini operativi si sono progressivamente deteriorati, riducendosi da circa il 9% a meno del 4%, rischia di essere anche in grave sofferenza produttiva. Il problema però non può essere risolto né dai lavoratori, né dall’azienda. È la politica che deve prefigurare un modello di sviluppo anche nel quadro di una politica comune di difesa europea».
Chiamata in causa, la politica ha prontamente risposto. «Alenia ha confermato gli impegni importanti per il Piemonte», ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, dopo aver partecipato alla convention dei dirigenti di Finmeccanica. «L’incontro è andato bene – ha detto il governatore piemontese – soprattutto per quanto faranno Finmeccanica e Alenia sia per la presenza a Caselle, che è confermata, sia per la presenza nella base aerea di Cameri per la realizzazione dell’aereo F35». E dopo la Lega, anche il Pd ha detto la sua attraverso il sindaco di Torino Chiamparino. L’inchiesta sui fondi neri «non può in alcun modo oscurare l’eccellenza delle aziende del gruppo», perché il polo torinese vale circa 12 mila posti di lavoro ed è strategico per tutta la città.

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