Pdl. Stop di un giorno al Senato. Scoppiano le polemiche, maggioranza a rischio

ROMA –  A Palazzo Madama i capigruppo hanno accolto la richiesta avanzata dal Pdl di sospendere per un giorno i lavori al Senato. L’iniziativa è scaturita ieri dopo la decisione della corte di Cassazione di fissare  per il 30 luglio l’udienza del processo Mediaset che vedrà sul banco degli imputati Silvio Berlusconi, tra l’altro già condannato in primo e anche in secondo grado. Una scelta, quella della Corte, che il Pdl vuole contrastare in tutti i modi possibili.

“Abbiamo chiesto di sospendere i lavori parlamentari per rispettare questo nostro dibattito che ha come obiettivo la rappresentazione agli italiani della situazione attuale in tema di giustizia, di libertà, di democrazia nel nostro Paese. Nessun Aventino, semmai il contrario, la grande proposta da parte nostra di democrazia. Chiediamo che questa nostra riflessione, questo nostro dibattito venga rispettato”. Così  Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, che inizialmente aveva addirittura parlato di uno stop di 3 giorni.

La decisione non è piaciuta affatto neppure ai senatori del Movimento 5 Stelle che in segno di protesta si sono spogliati in aula di giacca e cravatta. “Qui si espropria il parlamento a causa dell’eterno assente, – ha detto Vito Crimi riferendosi al cavaliere  –  che ci sta a fare un senatore che non è mai in aula e già questo è grave”.  La sospensione dei lavori ha sottolineato Crimi, “non è dovuta a un dibattito interno ma a un problema di maggioranza”. Infine il senatore M5s ha detto: “Visto che il parlamento è stato espropriato noi quest’oggi ci togliamo la giacca e la cravatta simbolicamente e non per mancanza rispetto verso la presidenza. Oggi è una giornata inutile per cui dovremmo tutti andare a restituire un terzo della nostra indennità in beneficienza perchè è una giornata inutile”.

Nichi Vendola usa toni critici sul comportamento del suo ex alleato: “Il Pd che tuona contro i ricatti della destra e poi vota la sospensione dei lavori in Parlamento, è davvero un’immagine triste e autolesionistica».
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani, il quale ha tentato di giustificare l’inusuale sospensione: “Da parte nostra non c’è alcuna volontà di bloccare il Parlamento. Abbiamo chiesto la sospensione del lavori per fare in modo che i nostri gruppi discutano sulla delicatissima e drammatica situazione che sta vivendo il Paese. La corte di Cassazione, con un provvedimento senza precedenti e che ci preoccupa non poco, ha fissato nel termine di venti giorni una udienza che deciderà sulla persecuzione giudiziaria o meno nei confronti di Silvio Berlusconi. Dobbiamo assumere le conseguenti determinazioni nel rispetto della democrazia, con l’intento di riprendere il nostro impegno appena sarà esaurita questa fase di riflessione”. La Santanchè, invece, è arrivata subito alla questione:  “Moratoria o cade il governo”, ha tuonato.

La maggioranza a rischio tenuta

Sulla richiesta del Pdl non tutta la coalizione è d’accordo. Il Pd si è opposto alla decisione dei capogruppi. Il segretario del Pd Guglielmo Epifani, che segue da vicino la situazione di empasse che si è venuta a creare alle Camere, è in contatto diretto coi capigruppo Roberto Speranza e Luigi Zanda. ”Le vicende di oggi rendono ancora una volta esplicito il problema di fondo di questi mesi: la vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi e il rapporto d’azione di governo e di Parlamento. Questo nodo deve essere sciolto solo tenendo distinte le due sfere, perché se no, a furia di tirare, la corda – ammonisce il segretario Pd – si può spezzare, con una scelta di irresponsabilità verso la condizione del Paese e la sua crisi drammatica”

Insomma, il Pd ha risposto positivamente alla richiesta del Pdl di sospendere i lavori parlamentari. Il Pd ancora una volta ostaggio del Pdl e noi italiani di Silvio Berlusconi.
 

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