Traffici di esseri umani e organi nel Sinai: tutto è come prima

ROMA –  Traffici di esseri umani e organi nel Sinai: ritorna l’indifferenza e tutto riprende come prima.

Ecco l’ennesimo caso di rapimento e atrocità nei confronti di un giovane eritreo. Ce lo segnala oggi l’amico Tesfay. “Cari amici del Gruppo EveryOne, sono un abbonato a tutte le vostre comunicazioni (soprattutto quelle che riguardano l’immigrazione e la giustizia) ed ho sempre seguito le vostre ammirevoli iniziative. Questa volta vorrei rivolgermi per un caso di mio nipote che si trova catturato da alcuni malviventi nel deserto del Sinai. Mi hanno dato un ultimatum facendo sentire la voce straziante e sotto tortura di mio nipote, che si chiama Samuel (nome fittizio). Per il suo rilascio mi hanno chiesto 33 mila dollari. Vorrei chiedere la vostra collaborazione nella soluzione di questo problema. Sono disponibile a darvi tutte le informazioni utili per la soluzione del caso. Al mio cellulare risulta il loro numero telefonico come segue: (omissis). Ringraziando anticipatamente sono ansioso di ricevere una vostra risposta. Tesfay

Abbiamo allertato immediatamente sia gli attivisti che operano nel Sinai e che alcune volte sono riusciti a ottenere la liberazione di profughi senza riscatto, sia le autorità egiziane e le istituzioni internazionali. Nel nostro appello, abbiamo chiesto ai responsabili dell’UNHCR, al Commissario Ue per i Diritti Umani e alla Commissione europea di prodigarsi per questo ragazzo e per tutti i gruppi di rifugiati che sono nella mani dei trafficanti: “Vi preghiamo di fare tutto quanto in vostro potere per aiutarlo. Da parte nostra, stiamo contattando le autorità locali e tutti coloro, organizzazioni o persone, che possano fare qualcosa. Noi stiamo cercando di organizzare una conferenza su questi traffici, da tenersi in Egitto, coinvolgendo media, autorità e istituzioni internazionali. Quale sede, pensiamo al Cairo, dato che le città del Sinai sono controllate da autorità corrotte e dalle bande di predoni. Con il vostro aiuto, probabilmente si può dare corpo a un evento importante, capace di muovere le coscienze in ambito internazionale. Disponiamo – grazie alla partnership con una ong molto attiva nel Sinai – di tante fotografie crude e veritiere, che mostrano gli omicidi, le torture, i terribili abusi commessi dai predoni. Non possiamo, non dobbiamo continuare ad accettare che si comprino, vendano, uccidano, torturino, stuprino, facciano a pezzi tanti esseri umani. Tuttavia, se continuiamo a impegnarci da soli, insieme a pochi volontari che operano sul posto fra difficoltà e pericoli, sarà difficile intaccare un fenomeno criminale che “produce” ogni anno decine di milioni di euro e coinvolge i movimenti religiosi di lotta armata, le organizzazioni politiche, le mafie e forze dell’ordine compromesse. Grazie. Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau, co-presidenti del Gruppo EveryOne”.

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