Carcere e lavoro al femminile. Un fotoracconto da Rebibbia

ROMA – Un viaggio fotografico nel carcere di Rebibbia, sezione femminile. Per raccontare insieme alle detenute il significato del lavoro in un percorso di riabilitazione. Per dire che il lavoro non c’è e rivendicare il senso della propria esistenza attraverso un’occupazione vera che non sia solo un impiego di tipo domestico o  un apprendistato professionalizzante.

Tutto questo è possibile grazie ad un progetto di UPTER e UNICOOP TIRRENO*, portato avanti con passione e competenza da Antonella Di Girolamo, fotoreporter e insegnante. 10 macchine fotografiche finiscono in mano a 10 detenute e loro stesse diventano ‘fotografa e soggetto’ per narrare all’esterno la realtà lavorativa a Rebibbia femminile. Imparare ad utilizzare la camera fotografica diventa così un’opportunità di professionalizzazione e la possibilità di esprimere il proprio punto di vista in un luogo chiuso in cui sembra che l’orizzonte sia limitato. E le donne partecipanti dicono che dentro il mirino della macchina il mondo anziché essere limitato dai margini della foto diventa infinito attraverso la possibilità di esprimere l’originalità del proprio sguardo. Le ho seguite durante una giornata di studio e pratica; ragazze giovani, soprattutto, entusiaste di avere  una prospettiva nuova, ansiose di non perdere neanche un minuto e piene di dignità nel rivendicare, anche in carcere, il lavoro.

*Nei prossimi mesi l’esperienza verrà restituita attraverso la realizzazione di una Mostra fotografica e di un’Agenda.

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