Save the Children. Un minore su quattro è a rischio povertà

ROMA  – In questa Italia costellata dalle mille contraddizioni, gli adulti si sono dimenticati dei bambini. E’ questo quanto emerge dal rapporto “Il paese di Pollicino”, presentato oggi dalla Ong Save the Children per lanciare la campagna “Ricordiamoci dell’infanzia”.

I dati sono allarmanti. Un minore su quattro (22,6%) in Italia è a rischio povertà, un dato che è il più alto degli ultimi 15 anni – con una crescita del 3,3% rispetto al 2006 – e che ha uno spread, un differenziale rispetto agli adulti a rischio povertà, dell’8,2% (gli over diciotto in condizione di forte disagio economico sono infatti il 14,4% della popolazione italiana).
Nel caso di bambini figli di madri sole – per i quali l’incidenza di povertà sale al 28,5% – e nel caso in cui il capofamiglia abbia meno di 35 anni, questo rischio povertà schizza a livelli mai registrati finora: in questi nuclei 1 figlio su 2 è a rischio. Il Sud e le Isole sono le aree del paese a più alta incidenza di povertà, che raggiunge rispettivamente quasi il 40% (con quasi 2 minori ogni su 5 a rischio povertà) e il 44,7%. A fronte di ciò, sottolinea l’organizzazione, l’Italia è agli ultimi posti in Europa per finanziamenti a favore di famiglie, infanzia e maternità con l’1,3% del Pil contro il 2,2% della media Ue. Mentre purtroppo vanta altri primati negativi – dall’evasione fiscale alla corruzione – che negli anni hanno sottratto risorse preziose alle centinaia di migliaia di minori che ne avrebbero avuto diritto e bisogno. Se la povertà minorile dunque è costantemente aumentata negli anni e molto più di quella degli adulti, dal 2006 al 2010, cioè in coincidenza con l’esplosione della crisi economica, è in notevole aumento anche l’intensità della povertà passata dal 28,1% del 2006 al 35,1% del 2010 (+7%), mentre nelle famiglie senza minori è cresciuta nello stesso arco di tempo di appena un punto e mezzo (dal 25,1% al 26,7%) e avrebbe conosciuto anzi una leggera flessione dal 2008 (-1,5%), come documenta il dossier.

«La prima cosa da fare per arrestare questo trend pericolosissimo è varare subito un piano nazionale di lotta alla povertà minorile» spiega il direttore generale di Save the Children Italia, Valerio Neri. Le misure proposte si fondano su quattro pilastri: interventi per il sostegno alle famiglie in condizione di povertà estrema, come ad esempio la previsione di ulteriori sgravi fiscali per ogni figlio a carico o di voucher per l’acquisto di beni essenziali; servizi per il sostegno della genitorialità, quale un piano di investimenti straordinari per gli asili nido, per la creazione di ulteriori 370.000 posti entro il 2020; misure di sostegno al lavoro femminile e per favorire la conciliazione fra lavoro e famiglia, quale l’istituzione di un fondo di garanzia per mamme imprenditrici per favorirne l’accesso al credito; e infine la previsione di una valutazione di impatto sull’infanzia di ogni nuovo provvedimento legislativo. Per l’attuazione di tale piano strategico sarebbe necessario un progressivo adeguamento delle risorse destinate all’infanzia agli standard degli altri Paesi europei, passando dall’attuale investimento dell’1,3% del Pil al 2% entro il 2020. Solo così, sottolinea Neri, si potrebbe nel giro di un anno dimezzare il numero delle famiglie con minori a carico che vivono in condizioni di povertà più gravi, facendo uscire dalla condizione di povertà assoluta più di 300 mila bambini. La nuova campagna dell’ong avrà come protagonisti tre bambini che impersonano il premier Monti e i ministri Fornero e Passera. Un video virale mostrerà una conferenza di Monti con l’intervento di un bambino – che rappresenta lo stesso premier da piccolo – che si rivolge al presidente «adulto»: «Mario….ti ricordi quandʼeri me? Quanti sogni e speranze avevi! Oggi molti bambini rischiano di non realizzare i loro sogni».

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