Obesità genetiche: per combatterle serve un mix di dieta, movimento e farmaci

Nella Residenza Sanitaria Sperimentale di Magi a San Felice del Benaco si potrà concentrare tutto questo

ROMA – Per combattere le malattie, in particolare quelle genetiche, il primo passo oggi è sempre una diagnosi esatta, ma è solo l’inizio di un percorso. Dopo serve affrontare la malattia: è necessario usare sapientemente tutte le armi a disposizione.  E’ difficile oggi trovare centri dove i pazienti affetti da obesità genetiche possano avere insieme tutte queste terapie anche perché gli specialisti che le conoscono e se ne occupano sono ancora pochi. Così MAGI ha deciso di dare una casa alle obesità genetiche nella  Residenza Sanitaria Sperimentale di San Felice del Benaco (Brescia) (www.residenzialelamargherita.it), un albergo privato che è stato donato all’istituto di genetica e che dovrebbe essere operativo, nella nuova destinazione, in tempi brevi. Qui verranno ospitate delle vere e proprie task force per gruppi omogenei di patologie.  “Ci saranno dei periodi  – ha spiegato ancora Bertelli – in cui avremo i maggiori esperti della patologia e i bimbi che saranno nella residenza potranno avere la migliore riabilitazione e le più moderne terapie, anche sperimentali”. Tutto questo è possibile grazie ad una rete di solide alleanze che MAGI ha sviluppato nel corso degli anni. Di particolare rilievo per quanto riguarda le terapie e la riabilitazione delle obesità genetiche sono le collaborazioni con l’Ospedale San Giovanni Battista di Roma, con l’Unità Dama dell’Ospedale San Paolo di Milano e con la Fondazione Mimmo Castorina per la disabilità grave, oltre che con singoli specialisti.    

“Al San Giovanni Battista – ha spiegato il prof. Sandro Michelini Direttore U.O. riabilitazione malattie rare del sistema vascolare e linfatico – lavoriamo da tempo con MAGI sul linfedema, una malattia che colpisce anche i grandi obesi, e abbiamo apprezzato molto la volontà di dedicarsi a questo tema. Oggi questi pazienti hanno difficoltà a trovare assistenza e avere una residenza sanitaria è un’esigenza reale. Sono pazienti che convivono con il dolore provocato dall’incredibile sviluppo dei tessuti molli o dallo sfregamento meccanico della pelle quando devono muoversi, possono avere problemi circolatori e di respirazione, le diete falliscono e la depressione è sempre in agguato, hanno bisogno di un approccio globale.  Col caldo poi tutto peggiora”.

“Ben vengano iniziative come questa – ha detto il prof. Angelo Mantovani, coordinatore scientifico dell’Unità DAMA dell’Ospedale San Paolo di Milano e tra i fondatore della Fondazione Mimmo Castorina,  due eccellenze nell’ambito dell’accoglienza medica di persone con disabilità gravi, intellettive e neuromotorie –  Dopo 12 anni di esperienza all’Unità Dama nell’accoglienza  di persone con gravissime disabilità ho contribuito alla nascita della Fondazione Mimmo Castorina proprio per rispondere a questa esigenza. I pazienti di cui ci occupiamo noi e MAGI sono diversi e direi complementari. Ciò che ci unisce è il cercare un diverso approccio alla persona, il coinvolgimento della famiglia, e il voler guardare in un modo più globale alla disabilità”.    

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