Dl Editoria: c’è l’ok del Senato. Ora passa alla Camera

ROMA – É stato approvato stamane con 232 voti favoreli (Pdl, Pd, Lega Nord, Udc, Api-Fli), 18 voti contrari (Idv, eccetto Pancho Pardi) e 30 astenuti (Coesione nazionale) il decreto che regolamenta, fino al 2014, il settore del finanziamento pubblico alle imprese editoriali.

Il decreto, che ha subito numerose modifiche sia durante l’iter in Commissione Affari costituzionali, sia in Aula, ha come obiettivo quello di rendere maggiormente selettivi i criteri di accesso ai contributi pubblici. Per quanto riguarda le testate nazionali, il rapporto tra copie vendute e copie distribuite viene ridotto dal 30 al 25%; inoltre, affinchè la testata si possa definire nazionale, deve essere distribuita in almeno 3 regioni. Per quel che concerne le testate locali, il rapporto tra copie tirate e copie vendute deve essere almeno del 35%. Misure più selettive anche circa le norme di accesso dedicate alle cooperative editoriali.

Inoltre, le concessionarie di pubblicità sul web dovranno essere regolarmente iscritte nel registro degli operatori di comunicazione. Altre novità riguardano la delegificazione per i piccoli periodici online, semplificazioni in materia di tariffe postali esclusivamente però per la stampa no-profit. Vi è poi uno stanziamento di fondi pari a 2 milioni di euro per i periodici italiani pubblicati all’estero e un’ulteriore norma che garantisce il mantenimento dei contributi a imprese radiofoniche private (Radio Radicale, ad esempio) che abbiano svolto attività d’informazione d’interesse generale.
Approvati anche alcuni ordini del giorno in materia di contributi per le emittenti radiofoniche e sull’accesso ai contributi per l’editoria digitale. In più vi è anche un odg ove si prevede la possibilità di destinare il 20 per cento della spesa pubblica per la comunicazione istituzionale a giornali di cooperative e giornali di partito

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