Per la crisi non ci sono vacanze. 131 vertenze aperte, 163 mila lavoratori a rischio

La crisi non dà tregua. I tavoli ministeriali dove si affrontano, o si dovrebbero affrontare le situazione di difficoltà di tante aziende con decine di migliaia di lavoratori i quali non sanno quale sarà il loro futuro entreranno in pausa.

Questi lavoratori si vanno ad aggiungere agli esodati per i quali il governo non ha ancora dato segnali positivi così come chiedono Cgil, Cisl, Uil. Che con tante iniziative sostengono l’esigenza che sia data soluzione per tutti coloro che hanno firmato accordi e che la riforma targata Fornero li taglia fuori sia dal salario che dalla pensioni. A luglio di questo anno

In ginocchio il tessuto industriale ,crolla l’occupazione

A luglio 2012 sale a 131 il numero delle vertenze che vengono discusse con maggiore frequenza al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise)(erano 109 a gennaio 2011) per un totale di 163.152 lavoratori coinvolti (135.839 a gennaio 2011), secondo i dati dello stesso Mise.. Cifre che crescono vertiginosamente, è indispensabile ricordarlo- sottolinea la Cgil- se si considerano gli innumerevoli altri casi di crisi aziendali non ancora giunte in sede ministeriale, ma già avviate a livello territoriale che contribuiscono a mettere in ginocchio il tessuto industriale ed occupazionale di intere Regioni. Per questo occorre risolvere, al più presto i singoli casi di crisi presenti a partire dai Tavoli aperti al Ministero dello sviluppo economico, che afferma la CGIL “non possono concludersi con il solo intervento degli ammortizzatori sociali”.

In tre anni hanno chiuso i cancelli oltre 30 mila imprese

Sono tante, troppe, le crisi industriali che riguardano tutta l’Italia. Dal 2009 ad oggi oltre 30mila imprese hanno chiuso i cancelli lasciando a casa intere famiglie. I dati che fornisce la Cgil forniscono un quadro a dir poco agghiacciante.Siamo ormai al quarto anno di Cassa integrazione, un ammortizzatore sociale del quale ad oggi usufruiscono circa 500mila lavoratori che, in media, hanno visto diminuire il proprio reddito di circa 4mila euro. La nota della Cgil sottolinea la necessità e l’urgenza di “un disegno di politica industriale con al centro gli investimenti e l’innovazione” senza il quale “c’è solo il perdurare della recessione”. “Il Governo deve cambiare rotta e indirizzarla verso lo sviluppo e la crescita, ossia verso la creazione di lavoro, che rimane la vera emergenza del paese. Al contrario- prosegue la Cgil- tutti i provvedimenti varati fino ad ora dall’esecutivo basati su tagli lineari non hanno fatto altro che colpire lavoratori, giovani e pensionati, ossia quelle persone già messe a dura prova dalla crisi economica. Per la CGIL infatti “il decreto sviluppo non è all’altezza della gravità della crisi, serve un deciso cambio di rotta, in netto contrasto con le politiche rigoriste e recessive fin qui adottate”.

I luoghi di vacanza incrociano le lotte dei lavoratori

I luoghi di vacanza, per chi può, forse mai come in questo torrido fine luglio, con agosto che in quanto a caldo non si farà mancare niente, hanno incrociato le lotte dei lavoratori, le vertenze più importanti, le lotte, le mobilitazioni, i presidi. Qualche esempio misura la temperatura della situazione. Si va dalla Sicilia con la FIAT di Termini Imerese, o alla Sardegna e in particolare alla zona del Sulcis fortemente martoriata dalla crisi con gli stabilimenti Alcoa ed Eurallumina di Portovesme, alle province di Matera, Bari e Taranto con la profonda crisi che sta investendo il distretto del mobile imbottito e ancora la Campania con la difficile vicenda Fincantieri di Castellammare di Stabia e protagonista a Napoli il 2 luglio scorso di una importante manifestazione unitaria che ha voluto porre l’attenzione sulla drammatica situazione in cui versa la regione. Ma la crisi industriale non risparmia nessuno e morde anche al Centro e al Nord della penisola colpendo le imprese di elettrodomestici in Umbria, nelle Marche e in Friuli, o il distretto della ceramica e le industrie tessili della Toscana passando per la Vinyls di Porto Marghera. Nomi noti e meno noti, persone in carne e ossa, che in vacanza non vanno, forse non ci sono mai andati. Restano lì, a presidiare aziende, a rivendicare il diritto al lavoro. Come detta la Costituzione.

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