Ilva Taranto. ‘Cabina di regia’ del Comune. Insieme diritto al lavoro e alla salute

ROMA – Una città bloccata, migliaia di lavoratori in sciopero a oltranza, poi trasformato in due ore ogni, giovedì 24 ore di astensione dal lavoro e manifestazione,il rischio che si mettano in contrapposizione la difesa dell’ambiente, la salute dei cittadini e il lavoro: questa è Taranto che vive ore drammatiche.

. Questa è l’Ilva, la più grande acciaieria d’Europa, il più grande stabilimento italiano per numero di dipendenti poco meno di dodicimila, con un indotto che sfiora i ventimila lavoratori, una delle poche grandi fabbriche rimaste nel Mezzogiorno. Il futuro ha un volto ignoto, dopo l’ordinanza del magistrato che fa chiudere i reparti “ a caldo” e blocca , di fatto, l’attività di tutto il complesso. Sono arrivati anche i tecnici che hanno il compito di mettere sotto sequestro i reparti secondo l’ordinanza del giudice . Il che non significa la chiusura immediata e l’accesso ai reparti potrà essere consentito come dicono fonti investigative. Il Consiglio comunale a conclusione di una discussione durata più di quattro ore, con il voto dei consiglieri della maggioranza di centrosinistra ,ha approvato un ordine del giorno che parla di “preoccupante situazione ambientale e produttivo-occupazionale verificatasi in seguito alle vicende dell’Ilva”. Nel documento si impegna il sindaco a “compiere tutti gli atti necessari, tra cui l’attivazione di una “cabina di regia per Taranto”, per il governo del territorio e quindi dell’ambiente in una visione equilibrata che coniughi il diritto al lavoro con quello alla salute entrambi costituzionalmente garantiti.” Nel documento, si “esprime solidarietà umana e istituzionale ai lavoratori dell’Ilva e alle famiglie delle vittime dell’inquinamento ambientale. Si impegna inoltre il sindaco a “vigilare sul pieno e puntuale rispetto degli accordi e degli impegni pubblici oltre a quello della parte privata informando costantemente il Consiglio comunale affinché possa seguire gli sviluppi della questione”

Gli ambientalisti: “fieri dei magistrati e dei lavoratori dell’acciaieria”

L’associazione ‘Altamarea’, intanto, che riunisce varie sigle ambientaliste, si dice “fiera dei magistrati tarantini che stanno facendo il proprio lavoro di servitori della giustizia nell’interesse della comunità tarantina”, e “fiera dei lavoratori dell’acciaieria, dei mitilicoltori, degli allevatori e di tutti quelli che lottano per il loro presente e il loro futuro. Scende in campo anche la Chiesa che promuoverà una grande veglia di preghiera dopo l’appello di Benedetto XVI che potrebbe tenersi mercoledì giorno in cui il vescovo di Taranto rientrerà dal Brasile.

Monsignor Santoro ha annullato tutti i suoi impegni e il primo agosto sarò nella città pugliese. Intanto auspica che all’Ilva “non finisca con una “guerra tra vittime” e che ci sia l'”impegno delle Istituzioni, dei sindacati, della politica, dei media. Si susseguono le riunioni del Consiglio di fabbrica che segue la vicenda minuto per minuto

Preoccupazione e mobilitazione dei lavoratori anche per quanto riguarda i siti di Genova e di Novi Ligure. Ma è tutto l settore che vive un momento di difficoltà, paga un prezzo molto alto per la crisi economica,per l’assensza da parte del governo di un piano di politica industriale.

Gentili (Pd). La salute dei lavoratori è la salute dei cittadini

“Lavoro e Ambiente- dice Sergio Gentili, direzione nazionale del Pd e coordinatore del Forum ambiente-   si salvano insieme. Sono due facce di una stessa medaglia . In una città come Taranto la salute dei lavoratori è la salute dei cittadini. Ciò vale ovunque ma qui questa realtà viene vissuta ormai da anni. Ora si può e si deve dare un segnale chiaro da parte del governo in primo luogo, degli enti locali. Si tratta di mettere a punto un piano di “ ambientalizzazione”, che significa riconversione aziendale e risanamento dell’ambiente insieme. Il governo deve investire ma i gli imprenditori non possono chiamarsi fuori, devono fare la loro parte e garantire, in primo luogo che la produzione andrà avanti per un lungo ciclo”. Cgil, Cisl,

Cgil,Cisl, Uil. La proprietà investa risorse per la messa a norma

Cgil, Cisl,Uil con una nota congiunta dei segretari generali, Camusso, Bonanni e Angeletti, esprimono una valutazione positiva sul protocollo sottoscritto oggi da governo,Regione e Enti locali, “ un atto importante che segna la volontà di impegnare risorse pubbliche per la bonifica e il riassetto del territorio sull’intera area tarantina”.”Questo impegno – prosegue la nota – deve necessariamente essere affiancato da precise volontà della proprietà di Ilva di investire risorse adeguate per la messa a norma degli impianti, dimostrando così la volontà di superare con azioni concrete il provvedimento emesso dalla Magistratura e dando sostegno e forza al ricorso in Tribunale del riesame del provvedimento “.CGIL CISL UIL “sono a fianco di tutti i lavoratori coinvolti, sia diretti che dell’indotto, in quanto il diritto al lavoro, pur nel rispetto delle prerogative della magistratura, non può essere messo in discussione in un paese già così colpito dalla crisi economica ed occupazionale. “

Stefanelli ( Fiom di Taranto). Occorre certezza del riesame dell’ordinanza

II segretario della Fiom di Taranto, Donato Stefanelli, fa il punto sulla situazione sottolineando che “le mobilitazioni vanno avanti,   scioperi e presidi continueranno a, fino a quando non avremo la certezza che sono state create le condizioni per il riesame dell’ordinanza del magistrato. Quest o senza nessuna polemica con la magistratura. Bisogna dialogare con tutti, i due soggetti principali protagonisti, azienda e magistratura devono confrontarsi, e arrivare a rimuovere le condizioni che hanno portato a questo provvedimento così drastico”. Oggi però assumendo è saltato l’incontro che ci doveva essere fra i dirigenti dell’azienda e la Procura .Si stanno muovendo anche i lavoratori dell’indotto, quelli di altra categorie “perché il destino dell’Ilva è di tutti. E anche i cittadini –prosegue il dirigente della Fiom- stanno assumendo un atteggiamento diverso dalla contrapposizione che c’è stata in questi anni passati, sta crescendo in tutti la cultura che mette insieme il futuro delle persone che lavorano con il diritto alla salute dell’intero territorio. I primi a rivendicare che lo stabilimento si metta a norma sono i lavoratori dell’Ilva sono i primi ad aver pagato con la loro salute, dentro e fuori la fabbrica».

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