Bologna e i Rom: il caso Ljubo dimostra che ci sono problemi da risolvere

BOLOGNA –  Il Gruppo EveryOne apprende di un evento sconcertante verificatosi nei giorni scorsi a Bologna. Il signor Ljubo Halilovic – già vittima di una grave aggressione nella città felsinea il 13 giugno scorso, quando lui venne picchiato selvaggiamente da alcuni energumeni e la sua giovane compagna molestata e malmenata – la sera dell’8 settembre veniva fermato e condotto in questura da una pattuglia della polizia di stato.

Quindi – come riferisce l’Associazione Nazione Rom, che assiste da tempo la giovane coppia – Ljubo è stato chiuso in una cella fino a stamattina, martedì 11 settembre 2012. “Ljubo è un giovane Rom che ha sofferto diversi episodi di intolleranza,” dice Roberto Malini, portavoce del Gruppo EveryOne. “Secondo quanto riferisce ai difensori dei diritti umani che lo seguono, le forze dell’ordine non gli avrebbero spiegato i motivi del lungo fermo e non gli avrebbero dato né cibo né acqua. Purtroppo non è la prima volta che agenti di forza pubblica si comportano con molta severità nei confronti dei cittadini Rom, abituati come sono a trattarli come problemi di sicurezza e non sotto l’aspetto umanitario, quando si tratta – come nel caso di Ljubo – di esseri umani esclusi e perseguitati. Da parte nostra, chiediamo alle autorità della città di Bologna di riflettere sui recenti ammonimenti del CERD (Comitato Onu contro le discriminazioni Razziali) e del Consiglio d’Europa, che invitano le istituzioni ad abbandonare trattamenti diversificati per le persone Rom, come prevedono la Carta dei diritti fondamentali nell’Unione europea e alcune Direttive europee emanate dal Parlamento e dal Consiglio dell’Unione proprio per evitare che alcuni cittadini appartenenti a gruppi sociali svantaggiati siano trattati secondo modalità securitarie, quando invece sarebbe compito dell’autorità proteggerli e sostenerli, in sinergia con le aree sociali”. Il Gruppo EveryOne, Nazione Rom e i rappresentanti della comunità Rom che vive a Bologna chiedono un incontro urgente con le autorità di forza pubblica e comunali di Bologna, perché si discutano insieme le modalità con cui è stato trattato il signor Ljubo Halilovic e si inizi un dialogo sulla necessità di avvicinarsi alle famiglie di etnia Rom senza alcun pregiudizio, ma solo in base a quanto prevedono la Costituzione, le normative europee e la Carte internazionali sui Diritti Umani. “Sarebbe un grande momento di civiltà,” conclude Malini, “e sarebbe lodevole se si risolvesse con una stretta di mano fra gli agenti della polizia di stato e il giovane Ljubo, nonché con una nuova sintonia fra le autorità e i difensori dei diritti umani, che mettono a disposizione delle stesse la loro conoscenza del popolo Rom, delle sue tradizioni e della condizione di esclusione sociale in cui è relegato attualmente”.

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