Appello per la vita di Shewit e di tutti i prigionieri nel Sinai

MILANO – Il Gruppo EveryOne lancia un nuovo allarme all’UNHCR, all’OHCHR, al governo egiziano, al governo sudanese, al Parlamento, al Consiglio e alla Commissione dell’Unione europea, alle autorità internazionali e all’intera società civile.

In un’epoca di tecnologie, comunicazione in tempo reale e grandi proclami di civiltà, in Eritrea, Sudan ed Egitto gli esseri umani – i profughi eritrei e di altri paesi subsahariani – vengoni rapiti, torturati stuprati, mutilati, uccisi per denaro. Denaro che proviene dai riscatti pagato dalle famiglie e dal mercato degli schiavi, della pedofilia, degli organi umani. Denaro maledetto che corrompe interi paesi e permette questo commercio infame. Denaro che finanzia il terrorismo religioso e le mafie. Centinaia di ragazzi e ragazze sono anche in questo momento nelle mani dei trafficanti del Sinai e della Palestina, che lavorano insieme. Sono aguzzini, torturatori, assassini, stupratori, pedofili, mercanti di morte. I profughi che si sottraggono a tale inferno grazie ai parenti che pagano riscatti enormi (fino a 40 o 50 mila dollari pro capite) finiscono in carcere in Israele, nel caso riescano a passare il confine. Oppure nelle terribili prigioni egiziane se vengono respinti o se il loro tentativo di superamento della frontiera fallisce. Shewit è una giovane ragazza eritrea caduta nelle mani dei predoni e successivamente, secondo informazioni che stiamo cercando di verificare, in una prigione egiziana. I parenti, che non hanno più notizie di lei dallo scorso settembre, ci chiedono di aiutarla, ma noi sappiamo già che né le Nazioni Unite né l’Unione europea né il governo egiziano faranno nulla per lei. A meno che non dicidano di seguire una via di giustizia e diritti umani e insieme a noi dicano: “Basta”. Noi inviamo a tutte le autorità che possono salvare Shewit e tutti gli altri giovani schiavi un nuovo appello, con il nome completo e la foto della giovane eritrea. Contemporaneamente, pubblichiamo una foto parziale (nonché ritoccata) e il solo nome di battesimo di Shewit, per la sicurezza di lei e della sua famiglia. Qui di seguito, la lettera da parte di un suo parente.

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