Carceri. Fondi ridotti, tagli al budget. La denuncia del garante dei detenuti

ROMA – Arriva, anche per le carceri del Lazio, la spendig review e gli effetti sono devastanti: tagliati i budget per le attività culturali, ricreative e sportive e per la gestione degli asili nido delle detenute, le mercedi per i detenuti lavoranti (il compenso per i reclusi impiegati in attività lavorative) scendono dai 6 milioni del 2010 ai 4,5 milioni di quest’anno.

Del tutto definanziate, invece, le politiche per le tossicodipendenze, per le quali nel 2013 non sono previsti stanziamenti in bilancio.

La denuncia è del Garante dei detenuti Angiolo Marroni secondo cui «se queste previsioni saranno confermate, sarà una vera e propria mazzata ad una situazione che già è da emergenza nazionale, come certificato anche dall’autorevole Corte Europea per i Diritti dell’uomo».

La ripartizione dei budget per l’anno 2013 è prevista in una circolare del Prap all’interno della quale è contenuta, per i direttori delle 14 carceri della Regione, la raccomandazione di “monitorare l’andamento della spesa al fine di evitare di effettuare impegni oltre i limiti di disponibilità, considerando che per il 2013 non sono previste integrazioni delle risorse”.

Le spese per gli asili nido passano dagli € 475.000 del 2010 ai 93.131 del 2013.

Le mercedi per i detenuti lavoranti scendono dai € 6.000.000,00 del 2010 ai 4.500.000 di quest’anno. «Un dato, questo, importante – ha detto Marroni – perché vuol dire che saranno ridotte le ore di lavoro destinate alle pulizie e alla manutenzione degli istituti e sarà sacrificato il lavoro dei detenuti ‘spesini’ e degli scrivani, degli addetti alle cucina e alle biblioteche e a coloro che lavorano nelle infermerie».

Le assegnazioni dei fondi per i servizi alle industrie (ridotti in tre anni da €872,000 ad € 160.000) sono state individuate direttamente dalla Direzione Generale Detenuti e Trattamento.

Per quanto riguarda i fondi per le attività culturali, ricreative e sportive dei detenuti (non quantificati a preventivo), il Prap prevede che debbano essere utilizzati, in via prioritaria, per il pagamento dei premi di rendimento scolastici maturati e per le situazioni debitorie pregresse.

Un capitolo a parte merita il budget per il  trattamento delle tossicodipendenze per il quale, annuncia il Prap, “non ci sono stanziamenti”. Ciò significa che le carceri non hanno più a disposizione fondi né per i mediatori culturali e per gli psicologi, né per i progetti specifici, né per quelli delle comunità terapeutiche che operano in carcere. A Rebibbia N.C., ad esempio, nella sezione G 14 (uno dei 4 reparti  in Italia per detenuti con HIV, dove i progetti facilitano la socializzazione e il lavoro e sono parte integrante del trattamento come la terapia clinica), il taglio dei fondi segnerà la fine di diversi progetti da tempo attivi.

«Se i dati saranno confermati, le carceri non hanno margini di manovra – ha concluso il Garante – e, per restare nei limiti imposti dai budget, si corre il rischio di paralizzare ogni tipo di attività. Un recente rapporto che abbiamo realizzato con la CGIL ha fatto emergere la crisi di tutti gli ambiti del pianeta carcere: dalla sanità all’istruzione, dalla formazione al lavoro fino al delicato tema del reinserimento sociale di chi ha scontato la pena, alle prese con il sovraffollamento e le drammatiche carenze umane e strutturali. Ora, su questa già drammatica situazione, si abbattono questi tagli che rendeno, di fatto, sempre più inattuabile l’articolo 27 della Costituzione, che prevede che le pene non possano consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e debbano tendere alla rieducazione del condannato».

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