In Arabia eseguite 7 condanne a morte. Una brutalità per Amnesty

ROMA – Amnesty International ha definito un atto di pura brutalita’ la fucilazione, avvenuta questa mattina ad Abha, nel sud dell’Arabia Saudita, di sette uomini costretti a confessare sotto tortura di aver preso parte a una rapina a mano armata.

I sette uomini erano stati arrestati tra il 2005 e il 2006. Avevano denunciato di aver confessato sotto tortura e che i loro familiari erano stati minacciati di tortura qualora le confessioni fossero state ritrattate.

‘Quando un governo mette a morte sette persone in un solo giorno, sulla base di confessioni estorte con la tortura ed esibite in un processo di poche ore nel quale gli imputati non hanno avuto assistenza legale ne’ il diritto di ricorso in appello, questo e’ un giorno di sangue’ – ha commentato Philip Luther, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.   Due dei prigionieri messi a morte, Ali bin Muhammad bin Hazam al-Shihri e Sa’id bin Nasser bin Muhammad al-Shahrani, erano probabilmente minorenni al momento del reato.

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