Leucemia mieloide cronica, la Commissione Europea approva il trattamento con bosutinib

Si tratta di ‘approvazione condizionata’, ma i primi dati sono positivi

ROMA – La Commissione Europea ha dato l’approvazione condizionata al trattamento dei pazienti adulti con leucemia mieloide cronica (LMC) con bosutinib, un farmaco oncologico sviluppato da Pfizer. Il farmaco è destinato al trattamento dei pazienti che presentino LMC positiva al cromosoma Philadelphia (Ph +) in fase blastica, già trattati con altri inibitori della tirosin chinasi (imatinib, nilotinib, dasatinib) e per i quali queste terapie non siano appropriate.
L’immissione condizionata in commercio è una formula autorizzativa concessa dall’agenzia europea  per far fronte a bisogni di salute pubblica non soddisfatti, anche se non sono ancora disponibili tutti i dati normalmente necessari per il normale iter approvativo. Questa autorizzazione può essere rinnovata annualmente e prevede la presentazione dei dati aggiuntivi richiesti appena disponibili.

Bosutinib è un inibitore della tirosin chinasi di terza generazione con un duplice bersaglio. A differenza di imatinib, infatti, inibisce l’autofosforilazione di due chinasi, Abl ed Src, portando a un’inibizione della crescita cellulare e ad apoptosi. È proprio in virtù di questo doppio meccanismo d’azione che il farmaco può essere attivo nella LMC resistente e sembra inoltre provocare meno effetti collaterali rispetto agli inibitori precedenti in quanto inibisce in modo più selettivo le proteine difettose nelle cellule leucemiche.

Come riportato da Pharmastar, l’approvazione si è basata sui dati di un singolo trial, lo studio 200, uno studio di fase 1/2 a singolo braccio di trattamento, in aperto al quale hanno preso parte 546 pazienti con LMC Ph + in fase cronica, blastica o accelerata. Tutti i partecipanti erano andati in progressione dopo un trattamento con imatinib o con imatinib seguito da dasatinib e/o nilotinib oppure non erano riusciti a tollerare gli effetti collaterali di questi farmaci.

I risultati hanno mostrato che il 33,8% dei pazienti con LMC in fase cronica trattati in precedenza con imatinib hanno ottenuto una risposta citogenetica maggiore (MCyR, ednpoint primario del trial) dopo 24 settimane. Tra questi pazienti che hanno ottenuto una MCyR in qualunque momento dello studio, nel 52,8% dei casi la risposta è durata per almeno 18 mesi.
Inoltre, tra i pazienti con LMC in fase cronica trattati precedentemente con imatinib seguito da dasatinib e/o nilotinib, il 26,9% ha ottenuto una MCyR entro le prime 24 settimane di trattamento e nel 51,4% dei casi la MCyR è durata almeno 9 mesi.

Nei pazienti con LMC accelerata trattati in precedenza almeno con imatinib, il 33% ha avuto una risposta ematologica completa e il 55% ha una risposta ematologica globale (conte normali delle cellule del sangue senza evidenze di leucemia entro le prime 48 settimane di trattamento. Nel contempo, il 15 e il 28% dei pazienti con LMC in fase blastica ha raggiunto rispettivamente una risposta ematologica completa e una risposta ematologica globale.

Nei pazienti trattati con bosutinib si è osservata anche una bassa percentuale di trasformazione (4%) dalla fase cronica a quella blastica o accelerata. Gli effetti indesiderati più comuni sono stati: diarrea, nausea, trombocitopenia, vomito, dolore addominale, rash cutaneo, anemia, febbre e stanchezza.

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