Narcolessia, in studio una nuova terapia a base di carnitina

Individuato legame tra il metabolismo degli acidi grassi, in cui è coinvolta la carnitina, e il sonno

ROMA – La narcolessia è un disturbo che causa eccessiva sonnolenza durante il giorno, catalessi, cioè improvvise perdite di tono muscolare, e problemi durante la fase REM del sonno. Spesso la patologia è associata a un maggiore rischio di sviluppare obesità e di avere livelli elevati di colesterolo e trigliceridi nel sangue.
I ricercatori dell’Università di Tokyo, guidati dal dottor Taku Miyagawa, hanno dimostrato, in uno studio pubblicato su Plos One, che la somministrazione di carnitina è in grado di migliorare significativamente la sonnolenza diurna rispetto al placebo. Lo stesso gruppo giapponese, nel 2008, aveva condotto uno studio di associazione genome-wide, pubblicato su Nature, che ha individuato l’associazione tra la narcolessia e il gene CPT1B, coinvolto nell’ossidazione degli acidi grassi.
Anche la carnitina è coinvolta nella beta ossidazione degli acidi grassi e da tempo si studia il suo coinvolgimento nella regolazione del sonno perché la concentrazione di acil-carnitina nel sangue dei pazienti narcolettici risulta particolarmente bassa.  

Lo studio, randomizzato controllato in doppio cieco, ha seguito per 4 mesi 28 pazienti, a cui sono stati somministrati placebo o 150 mg di L-carnitina al giorno. Il farmaco non ha mostrato effetti collaterali e in media i minuti di sonno durante il giorno sono diminuiti dai 58 del gruppo placebo ai 49 del gruppo carnitina, è stato infine possibile osservare una diminuzione della concentrazione di trigliceridi nel sangue.

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