Malattia di Lyme, si cercano terapie e vaccino ma intanto va prevenuta

ROMA – Più di 25.000 americani quest’anno svilupperanno la malattia di Lyme. La previsione viene da un rapporto del CDC, il centro americano che si occupa di prevenzione.

La malattia di Lyme è causata dal batterio spiraliforme Borrelia burgdorferi, trasmesso principalmente dalle zecche: colpisce la cute ma può interessare anche sistema nervoso, cuore, occhi e articolazioni. Secondo questa indagine il rischio è maggiore tra coloro che vivono nel New England, negli stati del medio-atlantico e nel Midwest superiore. Una recente indagine nazionale ha rilevato che quasi il 20% delle persone che vivono in aree in cui la malattia di Lyme (Lyme disease) è risultata essere comune, non erano a conoscenza del pericolo. Fortunatamente esistono diverse tattiche che si possono utilizzare per evitare punture di zecche e ridurre, così,  il rischio di contrarre questa e altre malattie.
Sapere dove aspettarsi di trovare le zecche è il primo passo. Le zecche vivono in ambienti umidi, in particolare in zone erbose e/o aree boschive. Si possono quindi contrarre le zecche durante le attività all’aperto, quando si cammina attraverso la vegetazione. Per evitare le zecche è quindi importante evitare di camminare in mezzo all’alta vegetazione.
Altre mosse utili sono: usare repellenti, eseguire dei controlli giornalieri del corpo e
dell’abbigliamento, controllare  gli animali domestici  e, comunque, nel caso si dovessero ritrovare zecche attaccate al proprio corpo è necessario utilizzare un’adeguata procedura per rimuoverle, evitando così ulteriori gravi danni. Ad esempio si possono usare delle pinzette a punta fine, staccando delicatamente la zecca dalla zona in cui ha aderito.

C’è da fare una considerazione per quanto riguarda la malattia di Lyme: se una zecca resta attaccata alla pelle per meno di 24 ore  la probabilità di contrarre tale patologia è estremamente piccola, tuttavia altre malattie possono essere trasmesse in modo più rapido.  Per questo motivo, anche se non ci si ricorda essere stati morsi da una zecca, una febbre estiva imprevista o una strana eruzione cutanea potrebbero essere il primo segno di una malattia trasmessa da zecche ed è necessario rivolgersi velocemente ad un medico.
Concludendo, quindi, delle piccole attenzioni, una cura adeguata del proprio corpo e un ambiente salubre dovrebbero essere sufficienti a ridurre il contagio.
Evitare il contagio è sempre il primo passo, i prossimi si spera verranno quanto prima dalla scienza che si sta impegnando per trovare un vaccino – che Baxter sta sperimentando (vedi qui) – o per trovare la giusta terapia nel caso si sia contratta.

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