Strasburgo condanna l’Italia. Sì a cognome della madre

ROMA – La Corte europea per i diritti umani di Strasburgo ha accolto a maggioranza la richiesta di una coppia di Milano, Alessandra Cusan e Luigi Fazzo, contro il rifiuto delle autorità italiane di consentire l’attribuzione alla figlia del nome della madre. 

La Corte ha riscontrato una violazione dell’articolo 14 della Convenzione in combinato disposto con l’articolo 8, a causa della impossibilità per i ricorrenti, alla nascita della loro figlia, di registrarla nei registri civili come il cognome della madre. Questa impossibilità derivava da un errore del sistema giuridico italiano, che prevede come legittimo l’inserimento nel registro civile come il cognome con il padre, senza possibilità di deroga.  La Corte ritiene che devono essere adottate riforme nella legislazione e / o della prassi italiana per rendere la legge e la pratica coerenti con le conclusioni raggiunte dalla Corte nella sentenza, e garantire il rispetto dei requisiti di cui agli articoli 8 e 14 della Convenzione.

(DIRE)

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