Agricoltura. CNR, allarme contaminazione suoli da metalli pesanti

ROMA  – Sta diventando un fenomeno allarmante la contaminazione da metalli pesanti dei suoli destinati all’agricoltura.

A denunciarne il pericolo è Angelo Masacci,  direttore dell’Istituto di biologia agro-ambientale e forestale (Ibaf) del Cnr.  Nei terreni agricoli, le fonti di metalli pesanti sono tre: emissioni da industrie vicine, utilizzo per la irrigazione di acque di scarsa qualità e fertilizzanti contenenti contaminanti come cadmio, cromo e piombo.

«Alcune specie vegetali dette ‘escludenti’ riescono a evitare l’effetto tossico dei metalli pesanti in eccesso» ha dichiarato Massacci «annullando il loro assorbimento oppure la traslocazione dalla radice alla porzione aerea, preservando i frutti e le parti edibili ed eliminando così il rischio di diffusione nella catena alimentare. Altre piante dette ‘iperaccumulatrici’ sono invece capaci di assorbire e accumulare nei propri tessuti quantità di metalli pesanti da decine a migliaia di volte superiori a quelle tollerate da altri organismi. In Italia la Istituto superiore della sanità e la Inail hanno stabilito quali sono le concentrazioni-dose di riferimento (RfD) per ingestione e inalazione dei metalli pesanti più pericolosi, oltre le quali la nostra salute è a rischio. Il piombo, ad esempio, ha una RfD di 1,00E-07 mg/kg-giorno, il cadmio di 5,00E-04. Nel nostro Paese la concentrazione soglia di contaminazione (Csc) per ciascun metallo pesante nei terreni agricoli e industriali è definita dal Decreto legislativo n. 152/2006 (Testo unico ambientale). La Csc più bassa è stabilita per il mercurio, il tallio e lo stagno in 1 mg kg-1 e per il berillio, il cadmio e il cromo VI in 2 mg kg-1».

Condividi sui social

Articoli correlati