Ruby Rubacuori sul banco dei testimoni

La giovane marocchina fa parte della lista dei testimoni consegnata dalla Procura di Milano ai giudici. Anche il collegio difensivo di Berlusconi ha indicato la finta nipote di Mubarak come persona da ascoltare. Ai giudici la decisione finale sull’ammissibilità dei testimoni

MILANO – Al processo che vede imputato il Presidente del Consiglio per l’accusa di concussione e prostituzione minorile, Ruby ci sarà. Sia l’accusa che la difesa l’hanno inserita tra i testimoni che vogliono ascoltare durante le udienze del processo che comincerà il 6 aprile. Colei che ha reso noto il bunga bunga dovrà rispondere alle domande dei pubblici ministeri e degli avvocati del Cavaliere fornendo la sua versione in merito alle serate passate con in Presidente del Consiglio. Chissà se confermerà ciò che è emerso dalle intercettazioni telefoniche o se preferirà ripetere le “verità” raccontate in televisione, in particolare ad Alfonso Signorini.

Gli altri testimoni

Oggi, oltre al nome della giovane Ruby, la Procura di Milano ha depositato una lista di 132 nomi tra i quali compaiono 32 ragazze maggiorenni che hanno frequentato le feste del bunga bunga. Tra i chiamati a testimoniare, in merito all’imputazione di concussione, risultano l’ex questore di Milano Vincenzo Indolfi, il capo di gabinetto Pietro Ostuni ed i funzionari presenti alla Questura di Via Fatebenefratelli la sera della telefonata per chiedere il rilascio della nipote di Mubarak. Per chiarire l’imputazione di prostituzione minorile, tra gli altri, sono stati chiamati a testimoniare Nicole Minetti, l’igenista dentale del Cavaliere promossa a consigliere regionale della Lombardia e, secondo l’accusa, maitresse dell’Olgettina, l’agente dei vip Lele Mora ed il direttore del tg 4 Emilio Fede che presentò Ruby a Berlusconi.

Ora la parola passa alla quarta sessione penale di Milano, in particolare al presidente Giulia Turri, che si dovrà esprimere circa l’ammissibilità dei testimoni. I giudici dovranno anche decidere le modalità di svolgimento del processo: per via del fatto che Ruby era minorenne all’epoca dei fatti il procedimento potrebbe svolgersi a porte chiuse, mentre sembra abbastanza scontato il fatto che vengano proibite le telecamere in aula, giudicate potenzialmente capaci di influenzare i testimoni per via dell’enorme pressione mediatica che questo processo genererà.

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