Il neurone specchio, avvicina tra loro gli individui

 

ROMA – Ogni volta che ci si muove nell’ambito dello studio del sistema nervoso ci si rende conto di quanto sia complessa e raffinata la sua organizzazione. Del resto, da esso dipende la regolazione non solo delle funzioni della vita vegetativa, ma anche di quelle legate alla vita di relazione cioè al rapporto del singolo individuo con l’ambiente esterno, ivi compresi gli altri individui. Una delle scoperte più interessanti degli ultimi anni è quella dei neuroni specchio (il neurone è la cellula tipica del tessuto nervoso).

Alcuni ricercatori di Parma si accorsero che quando uno scimpanzé era invitato a svolgere per imitazione un movimento, si attivavano non solo le cellule deputate al controllo motorio del movimento stesso mentre l’animale lo svolgeva, ma anche altri neuroni di una zona vicina che rispondevano allo stimolo anche quando l’azione non veniva materialmente eseguita. Era come se il cervello cogliesse l’occasione per registrarla, analizzarla, memorizzarla. Gli studi si sono estesi e si è visto che questo tipo di neuroni, chiamati appunto specchio, costituiscono un sistema che interessa altre aree cerebrali, non solo quelle motorie. Sembra quindi che il sistema nervoso sia provvisto di un apposito strumento per relazionarsi in tempio reale con gli altri; esso appare naturalmente utile per apprendere dall’esempio, ma anche per riconoscere il simile e intuirne le intenzioni e sarebbe alla base di quella risonanza emotiva che ci fa piangere quando vediamo qualcuno che lo fa o apprezzare con più spontaneità situazioni che ci sono consuete rispetto a quelle che non conosciamo ancora.

Le implicazioni di una simile scoperta sono molteplici: in ambito medico ci si interroga sul ruolo che tale sistema potrebbe svolgere nel recupero di danni motori e si ipotizza una sua disfunzione nell’autismo; in ambito psicologico e, più in generale antropologico si valuta il suo peso in relazione al concetto di empatia: gli individui si avvicinerebbero tra loro tramite una sorta di reciproco introiettarsi e potrebbero con maggiore facilità sviluppare le loro capacità e il senso di appartenenza. Si è ipotizzato anche che questo sistema influenzi per così dire, i gusti estetici, facendoci trovare bello ciò che risponde a modelli che ci sono già noti e poco attraente e distante ciò che si discosta da essi. Nel campo dell’arte, ad esempio, anche su questo si baserebbe l’entusiasmo con cui il pubblico risponde alla possibilità di ammirare, magari per l’ennesima volta, grandi autori del passato, mentre si avvicina con circospezione se non addirittura con disagio, all’arte contemporanea.

Come ogni sistema, va probabilmente esercitato e la curiosità, così come il desiderio di conoscenza appaiono in questo senso armi contro il pregiudizio: tutto ciò che isola, separa, seleziona invece, riducendo il territorio del noto rispetto a quello dell’ignoto, potrebbe favorire lo sviluppo di senso di inadeguatezza e ansia. L’uomo è profondamente animale sociale, ma spesso cerca di dimenticarlo.

 

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