ActionAid, lotta alla povertà

L’Italia crei la cornice politica per aderire alla partnership globale Post-2015 richiesta dalle Nazioni Unite

In occasione del dibattito istituzionale “Le nuove sfide per lo sviluppo sostenibile: una nuova partnership globale per sradicare la povertà entro il 2030?”,  alla presenza di Amina J. Mohammed, Special Adviser del Segretario delle Nazioni Unite per l’agenda di sviluppo post 2015, l’Organizzazione chiede con forza al Governo italiano responsabilità politica per un’attuazione effettiva dei nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile post- 2015  

Sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, e con il Patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea  

ROMA – In vista dei vertici internazionali del 2015 ad Addis Abeba e a New York, mirati alla definizione di un’agenda per lo sviluppo sostenibile basata sulla promozione dei diritti umani, e a meno di un mese dalla tanto attesa Esposizione Universale Nutrire il pianeta che vedrà l’Italia protagonista della tematica “cibo”, ActionAid Italia ha promosso oggi il dibattito “Le nuove sfide per lo sviluppo sostenibile: una nuova partnership globale per sradicare la povertà entro il 2030?”, durante il quale, alla presenza del Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Lapo Pistelli, del Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Maurizio Martina e di Amina J. Mohammed, Special Adviser del Segretario Generale delle Nazioni Unite sull’Agenda di Sviluppo post-2015, è stato tracciato e condiviso il ruolo che il nostro Paese e l’Europa sono chiamati a rivestire in seguito alla definizione dei nuovi Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs). Nell’ambito del dibattito, ospitato presso la Camera di Commercio di Roma nella sala del Tempio di Adriano e moderato da Monica Maggioni, Direttore di Rainews 24, è stata presentata inoltre la IXedizione de “L’Italia e la lotta alla Povertà nel mondo – Una nuova democrazia del cibo”, la pubblicazione ActionAid Italia, edita per la terza volta da Carocci, diventata un vero punto di riferimento in qualità di annuario italiano sulla cooperazione italiana allo sviluppo.

L’agenda di Sviluppo Sostenibile post-2015 è un programma ambizioso e profondamente trasformativo che intende rispondere alle esigenze globali e adattarsi allo stesso tempo alle condizioni di ogni paese” dichiaraAmina J. Mohammed, Special Adviser del Segretario delle Nazioni Unite per l’agenda di sviluppo post 2015.“Mette al centro le persone, lo sradicamento della povertà costituisce la sua più grande priorità, e integra le dimensioni economica, sociale e ambientale per lo sviluppo sostenibile. Riconosce come punto focale la pace e il riconoscimento dei diritti umani per far sì che nessuno resti indietro, affrontando tutte le forme di ineguaglianza, insicurezza e ingiustizia. È la strada per promuovere unavita dignitosa per tutti. Universalità, integrazione e trasformazione sono il cuore della nuova agenda di Sviluppo Sostenibile. Mi incoraggia constatare che gli stakeholders europei, inclusi la società civile, gli stati membri e la Commissione, ne abbiano compreso l’importanza e spingano per la sua realizzazione. La cooperazione globale e la coerenza delle politiche nazionali saranno la cartina al tornasole di questa agenda e richiederanno un impegno finanziario serio, partenariati e altri mezzi per implementarla. Per cogliere questa opportunità storica, abbiamo bisogno di lavorare insieme”. 

È da questo assunto nevralgico fondato sull’impegno e la collaborazione che si fondano le richieste di ActionAid Italia al Governo italiano il quale, allo stato attuale, fa molta fatica ad adeguarsi alle richieste delle Nazioni Unite e alle performance degli altri paesi Ue. Nel 2013, l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) dell’Italia si è assestato sullo 0,16% rispetto alla media dei paesi DAC[1] (0,3% del rapporto APS-PNL), mentre la media dei paesi dell’Unione Europea a 28 è di 0,41%. Per quanto riguarda l’aiuto agricolo, dal 2012 ad oggi,ad eccezione del 2009 con un balzo del 6,10%, l’Italia non ha registrato incrementi significativi attestandosi sul 2,33% dell’intero volume degli aiuti allo sviluppo. Sebbene il settore agricolo sia prioritario per la nostra cooperazione da diversi anni, l’andamento della percentuale di aiuto nel 2010 (poco sopra l’1%) e nel 2011 (sotto l’1%) pone l’Italia in coda tra i paesi DAC. L’Aiuto Pubblico allo Sviluppo in agricoltura dal 2005 al 2012 non registra né un sostanziale incremento né segnali di convergenza stabili (escludendo il 2009).

L’Organizzazione internazionale, che da sempre annovera come principali ambiti di intervento l’accesso al cibo e la lotta alle disuguaglianze sociali,  ritiene che il nostro Paese abbia un ruolo e una responsabilità particolari che nascono dalla sua posizione sulla scena politica globale, ma che sono anche più evidenti in questo periodo storico, avendo detenuto la presidenza dell’Unione Europea nella seconda parte del 2014 e grazie all’Expo 2015, che consentirà un dibattito proprio su come “nutrire il pianeta”.

Expo Milano 2015 sarà un’occasione fondamentale per rilanciare la sfida alla povertà alimentare e per affermare il diritto al cibo di ogni cittadino. Nei sei mesi di esposizione metteremo a confronto e in condivisione buone pratiche e soluzioni innovative che possano contribuire concretamente a migliorare la vita soprattutto dei piccoli agricoltori. In questo contesto il nodo cruciale è ricoperto dalle politiche di aiuto allo sviluppo e dal lavoro di soggetti come Actionaid che declinano ogni giorno sul campo l’essenza del diritto al cibo. Ognuno di noi deve fare di più, come singolo e come istituzione. Con la ‘Carta di Milano’ abbiamo proprio questa ambizione: impegnare cittadini, imprese e governi ad agire. Ogni visitatore dell’Esposizione dovrà diventare un ambasciatore della democrazia del cibo. L’obiettivo comune dovrà essere garantire cibo sano, sicuro e sufficiente a 9 miliardi di persone. Dobbiamo iniziare adesso ed Expo sarà per questo un passaggio decisivo”.

L’agenda del cibo ha a che fare anche con la politica estera del nostro Paese e con la coerenza delle politiche” dichiara Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid Italia. “Il futuro del cibo non può decidersi solo in sede Expo o con l’adozione della Carta di Milano; per ActionAid quest’ultima può rappresentare un’opportunità solo se si crea un’eredità di lungo periodo che non limita l’Esposizione ad un festival del cibo e della ristorazione; e, quindi, se il Paese sarà in grado di fornire uno stimolo sulle scelte davvero opportune ed efficaci nell’ambito dell’alimentazione. L’auspicio è quindi per una Carta di Milano partecipata che metta al centro il tema di una ‘nuova democrazia del cibo’, il ruolo dei sistemi locali, dei produttori e dell’agricoltura comunitaria. Il futuro del cibo, e di conseguenza del pianeta e delle persone, si costruisce con politiche coerenti, che il Governo dovrà mettere in atto ogni giorno. E per essere coerente con gli indirizzi strategici definiti in ambito internazionale, l’azione del Governo italiano e del Parlamento dovrebbe garantire più risorse per gli aiuti bilanciando meglio la relazione fra azione della società civile e capacità di programmazione pubblica. Affinché ciò sia possibile, premessa fondamentale è tuttavia il rilancio della cooperazione pubblica italiana nella sua totalità”.

 

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