In due terzi del pianeta si muore anche per una appendicite

LONDRA –  Cinque miliardi di esseri umani, i due terzi della popolazione del pianeta, non hanno accesso a strutture chirurgiche decenti e – nell’impossibilità di essere operati – continuano a morire per patologie ordinariamente curabili in occidente come l’appendicite o per banali complicazioni di parto.

Lo denuncia Lancet in uno studio coordinato da 25 esperti e condotta in un centinaio di Paesi. In Africa sub-sahariana le cure chirurgiche di base sono una chimera addirittura per il 93% delle persone. Rispetto a precedenti indagini, lo studio ha preso in considerazione non solo le strutture operatorie locali, ma anche quelle che i pazienti delle aree più problematiche possono raggiungere nel giro di due ore. Ma il risultato resta scoraggiante. Mentre pesa anche l’impossibilità di molti di sostenere i costi di un ipotetico trattamento. Stando ai dati pubblicati da Lancet un terzo di tutte le morti censite nel 2010 è stato causato da condizioni trattabili con interventi di chirurgia di routine: una percentuale superiore a quella dei morti per aids, tubercolosi e malaria messi insieme. La rivista nota che in Gran Bretagna, negli Usa, ma anche in Brasile, si contano 35-36 chirurghi specialisti per ogni 100.000 abitanti; mentre in Sudafrica ce ne sono solo sette, in Bangladesh 1,7 e nella Sierra Leone (prima dell’emergenza ebola) addirittura 0,1. Di qui la richiesta alla comunità internazionale di un investimento globale urgente da 430 miliardi di dollari. D’altronde, calcola Lancet, a non fare nulla il costo stimato di questa strage per l’economia del mondo potrebbe toccare i 12 trilioni di dollari da qui al 2030. 

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