Russia, con sanzioni è boom di Made in Italy tarocco

ROMA – Le sanzioni che hanno portato allo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia hanno provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, con la produzioni casearia russa di formaggio che nei primi quattro mesi del 2015 ha registrato un sorprendente aumento del 30 per cento e riguarda anche imitazioni di mozzarella, robiola o grana padano.

E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti divulgato in occasione della visita del presidente Vladimir Putin in Italia in concomitanza dell’annuncio del capo dell’amministrazione presidenziale, Serghei Ivanov, che la Russia non ha intenzione di revocare l’embargo sull’import alimentare dai Paesi che hanno varato sanzioni economiche nei suo confronti. Nei supermercati russi si possono trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, dalla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola, dalla mortadella Milano al parmesan, dalla scamorza al mascarpone. A potenziare la produzione del falso Made in Italy non è stata pero’ solo l’industria russa ma – sottolinea la Coldiretti – anche molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Biolorussia, l’Argentina o il Brasile che hanno aumentato le produzioni e le esportazioni dei cibi italiani taroccati nel Paese di Putin.  In Russia – precisa la Coldiretti – è possibile infatti trovare scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano e Gorgonzola di produzione Svizzera e Parmesan o Reggianito di origine Brasiliana o Argentina. Il rischio è che una volta perso lo spazio sugli scaffali sarà difficile recuperarlo, anche se le tensioni politiche saranno separate e l’embargo eliminato, perché i rapporti commerciali si consolidano ed i consumatori russi ingannati potrebbero non volere piu’ il Made in Italy sulle loro tavole. Il rischio riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre in altri sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza pero’ che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menu. Secondo l’analisi ella Coldiretti si tratta di danni indiretti destinati a durare nel tempo che moltiplicano le perdite già subite dall’agroalimentare italiano che ha visto praticamente dimezzare le esportazioni in Russia (-53,8 per cento) nel primo bimestre del 2015 dopo che l’embargo iniziato il 6 agosto del 2014 aveva già comportato un calo delle spedizioni di circa 100 milioni di euro. L’impossibilità di esportare sul mercato russo frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia ha peraltro provocato una situazione di eccesso di offerta sul mercato europeo con ricadute negative sui prezzi riconosciuti agli agricoltori.

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