Medicina d’emergenza. Lorenzin apre congresso Mondiale

A Roma 60 esperti per confrontarsi sul tema fino al 9 settembre

ROMA – Oltre 800 esperti da 60 Paesi del mondo riuniti a Roma per confrontarsi sulla medicina d’emergenza-urgenza. Si è aperto ieri nella Capitale, presso l’hotel Ergife, il sesto congresso dell’Italian Great Network congiunto con Memc (Mediterranean Emergency medicine congress), organizzato da Great-Global research on acute conditions Team Italy insieme alla American academy of Emergency medicine (Aaem) e la Mediterranean academy of Emergency medicine (Maem).

Ad inaugurare l’evento, in programma fino a mercoledì 9 settembre, la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, oltre ai maggiori rappresentanti delle piu’ prestigiose universita’ italiane e internazionali.

“Sono veramente felice di poter partecipare a questo importante congresso-ha detto Lorenzin dal palco- ma ancora di più lo sono perché poi potrò avere accesso ai risultati di questo incontro internazionale, cioè ai piani e alle soluzioni concrete che voi mettete ogni giorno in campo nei vostri Paesi, prendendone spunto come ministro e legislatore. Credo che chi oggi sa rispondere al problema dell’emergenza-urgenza dia una vera e propria risposta di salute nei propri Paesi. Affrontare la problematica della medicina d’emergenza-urgenza, oggi, non è più infatti solo un fattore locale, ma sempre più spesso internazionale. Ognuno dei nostri Paesi, soprattutto nel Mediterraneo, si trova ogni giorno ormai da anni a far fronte a questioni interne per garantire la salute dei propri cittadini, ma anche a problematiche che erano impensabili solo fino a qualche anno fa. Ne approfitto allora di questa occasione per fare i ringraziamenti ufficiali a tutti gli operatori sanitari italiani che negli ultimi due anni hanno s alvato più di 100mila vite nel Mediterraneo con interventi coordinati, prima con ‘Mare Nostrum’ poi con ‘Triton'”.

Ha proseguito quindi Lorenzin: “Lo scorso anno ero su una delle navi militari e ho assistito in diretta a che cosa significa agire in situazioni di criticità dove vengono salvate le vite di donne, bambini e uomini. E questo è un fatto che ci rende orgogliosi come Paese; ma ad essere orgogliosi, soprattutto, devono essere gli stessi operatori, tutti volontari, che erano sulla nave e hanno prestato il loro soccorso”.

Tra i temi trattati nel corso della giornata inaugurale, intanto, particolare risalto è stato dato allo sviluppo dell’Acute medicine e alla neonata Associazione italiana di Acute medicine, come sistema per superare “l’annoso problema del sovraffollamento dei pronto soccorso e migliorarne la qualita’”, innovando l’approccio alle patologie acute. “Questo modello- hanno fatto sapere- e’ in grado di migliorare l’appropriatezza e la gestione dell’ospedalizzazione. È per questo che oggi lo presentiamo al congresso, grazie anche all’intervento dei Paesi che gia’ lo applicano in modo innovativo come Olanda, Regno Unito e Australia”. Ma tanti altri, ancora, sono stati gli argomenti approfonditi dagli esperti mondiali nelle varie sessioni multidisciplinari: grande rilievo, soprattutto, è stato dato alle novità riguardanti le patologie cardiovascolari acute, la tossicologia acuta e le malattie infettive. E ancora, alla traumatologia, alla telemedicina e ai modelli organizzativi in emergenza tra ospedale e territorio. Non solo. Nell’ambito dell’evento internazionale grande importanza è stata riservata ai giovani, alla loro formazione e alle loro attivita’ di ricerca: 570 contributi da giovani ricercatori sono arrivati al congresso per essere presentati e per partecipare ad una competizione che vedrà premiati i migliori. Intanto, nella sessione di domani delle 10.30, dedicata a far sentire la voce dei pazienti e le loro necessita’ sia nell’ambito sanitario che farmaceutico ed istituzionale, altra innovazione sara’ la presenza dell’Associazione italiana scompensati cardiaci (Aisc). Durante l’incontro, saranno presentate le attivita’ svolte dall’associazione su tutto il territorio e saranno toccati temi di grande interesse per i soggetti affetti da scompenso cardiaco e per coloro che se ne prendono cura, anche ai fini di migliorare la conoscenza della patologia per fare prevenzione e raggiungere un corretto stile di vita. 

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