Sla e i livelli di colesterolo: le ultime ricerche dal Massachusetts

ROMA – Sclerosi Laterale Amiotrofica, detta comunemente SLA è una malattia che interessa il sistema nervoso centrale e che, in particolare, inibisce il segnale nervoso ai muscoli.

Com’è noto, è caratterizzata inizialmente da debolezza muscolare e spossatezza, che attecchiscono sempre più alcune parti del corpo (soprattutto braccia e gambe) sino ad infiacchire anche i muscoli che governano la parola e il deglutire. In ultimo, quelli del respiro. La causa non è ancora conosciuta esattamente e solo nel  5 -10% dei casi si può parlare di familiarità (il gene responsabile delle forme ereditarie è chiamato superoxide dismutase 1 -SOD1- ed è localizzato ne cromosoma 21q22).

Da un nuovo studio retrospettivo – recentemente pubblicato sulla rivista   Muscle & Nerve – condotto da un gruppo di ricercatori del Massachusetts General Hospital risulta che, per questo tipo di pazienti affetti da SLA, essere leggermente in sovrappeso sia un vantaggio, grazie all’influenza che i livelli di colesterolo hanno sulla sopravvivenza. Infatti la professoressa Anne-Marie Wills – a dispetto di vecchi studi e credenze – sostiene: “(…) Abbiamo progettato uno studio per vedere anche se i livelli di colesterolo influenzassero la sopravvivenza. Siamo stati sorpresi di trovare che l’indice di massa corporea o BMI in questi pazienti fa una grande differenza nella sopravvivenza. Un IMC tra 30 e 35, che potrebbe essere considerato dal punto di vista clinico di leggera obesità si associava alla maggiore sopravvivenza in assoluto, secondi a loro solo in gruppo in soprappeso, con BMI di 25 a 30”. La studiosa aggiunge anche che questo studio deve essere avvalorato da altre indagini di settore; tuttavia, dato che tali pazienti tendono a dimagrire anche per la progressiva degenerazione muscolare, la  Wills consiglia agli interessati di mangiare un po’ di tutto: “(…) Si ipotizza che la maggiore sopravvivenza sia legata alla maggiore riserva energetica a disposizione di questi pazienti. Non sappiamo se attivamente ingrassare sarebbe utile, per ora mi limito a dire ai miei pazienti con SLA che possono mangiare tutto quello che vogliono”.

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