Rinnovabili. Italia impreparata ai cambiamenti climatici

ROMA – Secondo la Relazione sullo stato della Green economy in Italia, nel 2014 c’è stato un crollo del 71% delle rinnovabili provocato dal taglio retroattivo degli incentivi, che comprometterà il raggiungimento degli obiettivi europei e internazionali sul clima e vanificherà quanto già raggiunto in tema di economia verde dal nostro Paese.

Lo sottolinea Anev, l’associazione nazionale energia del vento, in occasione dell’apertura di Ecomondo KeyWind, manifestazione che precede di circa un mese i negoziati della Conferenza sul Clima di Parigi (Cop21), che definirà il nuovo paradigma energetico per gli anni a venire. Secondo l’associazione, quindi, l’Italia si presenterà impreparata a questo banco di prova, carente il Governo che non sta adottando politiche efficaci, al punto che il settore eolico è in attesa del Decreto attuativo da circa un anno e vive una fase di stallo caratterizzata da fuga di capitali all’estero e perdita di posti di lavoro.

“L’Italia – fa sapere Anev – rischia di nuovo di restare indietro nella lotta al cambiamento climatico, pur avendo tutte le risorse per poter fronteggiare questa battaglia, considerando che il solo eolico con la produzione di 13Twh di energia pulita al 2014 ha consentito il risparmio di 19 milioni di barili di petrolio, corrispondenti a circa 10 milioni di tonnellate di emissioni di Co2 risparmiate”. Non vanno trascurate le implicazioni occupazionali di questa crisi “che sono penalizzanti per un comparto che conta oggi circa 30.000 occupati e con un potenziale di 67.010 unità al 2020”. Per l’Anev, il Governo deve adottare subito politiche incisive ed efficaci per allinearsi alle esigenze internazionali in tema di sostenibilità, rinnovabili, ambiente e cambiamento climatico.

Condividi sui social

Articoli correlati