Università della Tuscia, un esperimento dimostra che su Marte la vita è possibile

VITERBO – L’Università della Tuscia continua a mostrare le sue eccellenze: questa volta i risultati di un importante esperimento di astrobiologia si sono conquistati un posto su “Nature”, la più conosciuta rivista scientifica al mondo.

L’esperimento Life (Lichens and Fungi Experiment), partito nel 2008 e giunto da poco a conclusione, è stato coordinato dal professor Silvano Onofri, ordinario di botanica al Dipartimento di Ecologia e Biologia dell’Università della Tuscia. Al centro dell’attenzione il fungo antartico Cryomyces antarcticus che, in base a quanto emerso dallo studio, potrebbe essere in grado di sopravvivere su Marte. È quanto constatato dagli scienziati dopo il ritorno dallo spazio. 

Il fungo in questione, prelevato dalle rocce delle valli di McMurdo in Antartide – una delle zone più aride e ostili della Terra – è stato esposto a condizioni marziane riprodotte sulla Stazione Spaziale Internazionale e il risultato è stato stupefacente: non solo è riuscito a sopravvivere, ma anche a mantenere le proprietà e il Dna inalterati. 

‘’Il 10% delle cellule dei funghi è sopravvissuto e si è riprodotto, il 60% delle cellule, invece, è rimasto vivo ma non in grado di riprodursi’’, ha precisato Onofri. Si tratta di un risultato di fondamentale importanza perché sta a indicare che determinate cellule sono in grado di sopravvivere anche sul pianeta rosso. Inoltre, proprio su Marte, da sempre considerato un pianeta ostile alla vita, le condizioni sarebbero diverse da come erano state immaginate finora: “esso, in particolare, sarebbe più simile alla Terra di quanto non si sia mai pensato”, ha aggiunto Onofri. Lo studio, comunque, continua: la seconda parte del progetto si chiama Biomex (Biology and Mars Experiment). Lo scopo: realizzare modelli di comparazione per analizzare, con il rover europeo ExoMars 2018, se, su Marte, ci siano segni di vita passata o presente. 

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