Terrorismo. In 6 milioni rinunciano alle vacanze

ROMA – Cresce la psicosi attentati alimentata dalla strage dei mercatini di Natale a Berlino e dal recente attentato a Nizza.

C’è molta paura di un attacco terroristico in Italia. A pensarlo ben il 75% dei cittadini, giovani in testa, molti dei quali, circa 6 milioni, hanno deciso di rinunciare alle vacanze “fuori casa” di fine anno nelle città italiane o all’estero dopo i recenti attentati terroristici, preferendo le “più sicure” mura domestiche. Insomma, il terrorismo condiziona gradualmente la quotidianità collettiva, a tal punto che, poco più della metà degli italiani (54,1%), pensando alla famiglia, al lavoro e alle vacanze sta cambiando le proprie abitudini. 

Lombardia e Lazio si confermano, per il secondo anno consecutivo, le realtà territoriali più “esposte” al terrorismo secondo l’Italian Terrorism Infiltration Index 2016 ideato dall’Istituto Demoskopika che ha tracciato una mappa delle regioni più a rischio potenziale di infiltrazione terroristica sulla base di tre indicatori ritenuti “sensibili”: le intercettazioni autorizzate, gli attentati avvenuti in territorio italiano e gli stranieri residenti in Italia provenienti dai primi cinque paesi considerati la top five del terrore dall’Institute for Economics and Peace (lep) nello studio “Global Terrorism Index 2016”. A guidare la graduatoria, per il secondo anno consecutivo, la Lombardia, che con un punteggio pari a 10, si conferma l’unica regione italiana a collocarsi nell’area a più alto rischio potenziale di infiltrazione terroristica. È ancora impressa l’ordinanza con cui furono arrestati, lo scorso aprile, sei persone nel triangolo Lecco, Varese, Milano accusate di “partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo internazionale”. 

Insomma Europa e Italia devono considerarsi in guerra e sotto assedio. Il terrorismo sta condizionando lentamente la quotidianità collettiva, a tal punto che, poco più della metà del campione intervistato (54,1%), pensando alla famiglia, al lavoro e alle vacanze non ha esitato ad ammettere un cambiamento delle proprie abitudini ascrivibile al terrorismo. 

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