Sanità: Ignorata la legge 124/98 che fissa i tempi massimi di attesa

È inevitabile e soprattutto doveroso chiedere conto del perché e a vantaggio di chi è stata ignorata e non applicata la legge che fissa a trenta giorni le liste di attesa per le visite medico specialistiche e a sessanta giorni quelle per gli accertamenti diagnostici: tac, risonanze magnetiche, gastroscopia, colonscopia, ecografie, radiografie.

Non solo. Se la ASL non è in grado di rispettare i tempi previsti, la legge prevede che al paziente vengano proposte soluzioni in base alle specifiche esigenze. Può, per esempio, richiedere che la prestazione sia fornita intramoenia corrispondendo il ticket.

La legge prevede inoltre che le Regioni (entro tre mesi dalla lontana entrata in vigore), avrebbero dovuto sin da allora disciplinare i criteri e i tempi tra la richiesta e la l’erogazione delle prestazioni.  Non solo. Nel caso di inadempienza delle regioni la legge prevede che sia il Ministro della Sanità a provvedere nell’interesse degli utenti.

Tutti questi obblighi sono stati del tutto disattesi, nel silenzio generale.

Un atteggiamento che consideriamo inammissibile e gravemente lesivo del diritto alla salute dei cittadini. Per questo ci uniamo alle richieste di Agenparl al Ministro Lorenzin, per chiedere conto dello stato di mancata attuazione della legge e dei gravi danni causati dalla conseguente rinuncia alle cure da parte di troppi cittadini.

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