CASERTA – Oltre 10mila pannelli fotovoltaici e 5 bancali di inverter, rubati nei giorni scorsi in provincia di Lecce, sono stati recuperati oggi dalla polizia di Caserta in due depositi di due ditte di trasporto del Casertano.
Gli investigatori hanno disposto il fermo, con l’accusa di ricettazione, dei titolari delle due aziende. I 448 bancali di pannelli fotovoltaici, contenenti oltre 10 mila pannelli e i cinque bancali di inverter di proprietà della società «Avanzalia Italia Srl», filiale italiana, avente sede a Milano e della azienda spagnola «Avanzalia S. L.» che opera nel settore delle energie rinnovabili, sono stati recuperati in un’operazione della Squadra Mobile di Caserta in collaborazione con i colleghi di Lecce.
La refurtiva, parte consistente di un notevole quantitativo di materiale per energie rinnnovabili, per un valore di circa 8 milioni di euro, fu rubato nei giorni scorsi in un deposito della ditta spagnola a Galatina (Lecce). Il materiale è stato trovato dai poliziotti casertani, attivati ieri sera dai colleghi di Lecce nei depositi della «Ditta Amoroso Trasporti», a Maddaloni, all’interno dell’Inteporto Sud Europa della ditta «F.lli Briglia», che ha sede a Carinaro, altro comune del Casertano. Con l’accusa di ricettazione gli investigatori hanno disposto il fermo per i titolari delle due aziende di trasporto, Pasquale Amoroso, di 39 anni, di san Nicola la Strada e Mariano Briglia, di 43 anni, di Melito di Napoli. La Polizia ha spiegato di avere acquisito le coordinate del luogo dove la merce era stata scaricata attraverso l’analisi del sistema gps di uno degli automezzi di una ditta che aveva provveduto alla consegna di parte del materiale nell’hinterland napoletano. Dalle successive indagini è stato possibile individuare – è precisato nella nota della questura di Caserta – «nei titolari delle due ditte, Amoroso e Briglia le persone a cui era stato commissionato lo stoccaggio dei bancali rubati. L’attività investigativa ora prosegue per individuare i responsabili del furto e i committenti che avevano chiesto ai due imprenditori fermati di nascondere nel deposito di Maddaloni la merce trafugata, probabilmente, tra il 12 ed il 14 febbraio».