ROMA – Il fotografo americano Matthew Schrier è stato tenuto prigioniero per sette mesi ad Aleppo dai ribelli jhadisti che combattono contro il regime di Bashar al Assad; trasferito in basi e prigioni gestiti da due gruppi islamici, è stato rapinato, picchiato, torturato e accusato di essere una spia americana prima di riuscire a fuggire, il 29 luglio scorso.
L’esperienza di Schrier, raccontata oggi dal New York Times, «riflette il rapido deterioramento del clima per stranieri e siriani moderati nelle aree vittime dei capricci di gruppi armati religiosi, i cui membri girano per le strade, creano posti di controllo e occupano diverse basi della guerriglia». La prigionia di Schrier è «uno degli oltre 15 casi di occidentali, per lo più giornalisti, rapiti o spariti quest’anno in Siria», ricorda il Nyt.